https://www.youtube.com/watch?v=ydSMBmn2qRQNon sono un grande fan dei Placebo,ma da poco Ashtray Girl mi ha fatto vedere un loro video che ho trovato parecchio interessante,soprattutto unito al testo e alla sua probabile interpretazione.
E di questo volevo parlare.
Il video esordisce con un cubo di colore nero all’esterno,un colore che spesso è associato a cose spiacevoli come buio,lutto e così via. Alla cupezza del colore esterno si oppone il rosso acceso (allegria,passione,sangue) dell’interno del cubo dove i tre membri del gruppo suonano e danno vita alla canzone.
Il concetto di cubo non è nuovo,già nel film Cube- Il Cubo (1997 – Vincenzo Natali) si narra di una claustrofobica vicenda che unisce un gruppo di persone di diversa estrazione che si ritrova imprigionato senza nessuna ragione in una prigione a forma di cubo formato da vari cubi,ove si nascondono insidie mortali. I protagonisti cercano di uscire all’esterno di questa prigione risolvendo una serie di enigmi logico-matematici con alterne vicende e fortune…non vi svelo la fine ;-)
Non so se il regista del video abbia tratto ispirazione dal film…ma non è da escludersi!
Ma tornando al video,nella differenza dei colori interno/esterno sta la prima contrapposizione del video e della canzone,del resto anche il testo sin dalle prime battute parla di travestimenti e doppi film,che potrebbero essere anche intesi in quel senso!
Mentre all’esterno del cubo regna la tranquillità,all’interno del cubo i Placebo e non solo loro sfogano la loro frustrazione in parte cantando e suonando e in parte lanciandosi contro le pareti del cubo(altra contrapposizione se si nota,tranquillità/foga),a tratti quasi come per volerlo lacerare,cercare di uscirne fuori,a tratti quasi per puro sfogo o conforto.
Anche le frasi che compaiono scritte su fogli di album sembrano proprio un puro sfogo della mente come una verità che si vorrebbe urlare ma che invece resta inchiodata lì,all’interno di un cubo,o se preferite all’interno di quel cubo imperfetto che può essere una persona.
Il video è effettivamente costruito in maniera molto semplice ma dannatamente efficace,e secondo me è la perfetta rappresentazione del testo.
L’interno del cubo è il mondo che Molko,(o in effetti ognuno di noi) si è creato per se,un mondo che va in contrasto col modo di vedere normale delle persone di età più grande (l’esterno del cubo),o comunque col resto del mondo,di cui si vorrebbe far parte.
Infatti molti dei gesti delle persone all’interno del cubo tendono alla fuga dal cubo,perché si vuole stare con gli altri,fare parte del gruppo,cercare di essere accettati anche se questo comporterebbe una sorta di corruzione,ma la fuga risulta essere comunque impossibile perché ognuno in fin dei conti costruisce il suo modo di essere!
Altri invece si sfogano dentro il cubo,si lanciano contro le pareti per essere accolti dalla loro morbidezza o urlano,si sfogano,vivono il loro mondo di cui non possono certo fare a meno,il loro mondo è il loro ago,la loro droga,perché non possono essere diversi da come sono,e li,nel loro cubo,stanno perfettamente a loro agio!
Noi entrando nel cubo non facciamo altro che entrare in contato col cubo di Molko,di cui lui ci offre gentilmente uno squarcio.
Nel video praticamente vengono messe in evidenza tutte le contrapposizioni fra il modo di essere di chi ha scritto la canzone e il resto del mondo:la musica,il modo esprimersi,il voler vivere in una maniera diversa a cui fanno da contr’altare l’educazione imposta dai genitori,i modi di fare carini ed educati,un modo di pensare uniformato e allineato,le pressioni della società…insomma,tutto quello che solitamente crea un bello spleen adolescenziale…una teenage angst in piena regola,che viene così bene espressa nella canzone e nel video.
Since I was born I started to decay
Now nothing ever ever goes my way...