Black Eyed PLACEBO Forum • Loud like Placebo version

That God's in Crisis, He's over. (sequel Shiseido Mac and Maybelline)

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arual66
view post Posted on 20/7/2011, 23:39     +1   -1




Piccola premessa. Ci credo poco che sto osando una cosa del genere... :mad:
Dunque, questo bozzetto è l'inizio di una nuova fanfic, non del tutto nuova perchè il "seguito" della prima Shiseido Mac and Maybelline.
Non mi rendo responsabile di ciò che potrebbe provocarvi la lettura di questo obbrobrio, ma intanto lo posto, perchè ho sentito il bisogno di cogliere l'ispirazione.
Buona o pessima che possa essere :^^: Scusate il mio italiano a quest'ora lascia piuttosto a desiderare...
Dunque, passando alle COSE SERIE:
-E' un seguito, ma è comunque un'altra storia "indipendente" e quasi del tutto sganciabile dal mio scritto precedente (nel senso, non preoccupatevi se vi siete persi il primo..ehm...capolavoro :sigh: si può leggere tranquillamente sìsì)
-Il periodo e lo scenario cambia, e riguarda principalmente il periodo 2000, 2001 in poi (e per il resto vedrete, degli spolier renderebbero tutto soltanto ancor meno interessante), per interdersi l'epoca di Brian stempiato (figaccione) e dei live (meravigliosi) dove è grassa che non caschi dal palco da quanto è fatto/ubriaco/allucinato. Musicalmente parlando, avrei intenzione di coprire il periodo Black Market Music (album a cui sono particolarmente affezionata) e un po' di -pre Meds.
-Trattandosi centralmente del periodo di "decadenza" (attezione, unicamente a livello fisico) di Bri, il tutto rischierà di essere un po' meno soft del solito in alcuni punti, ma vi assicuro che ho fatto di tutto per non turbare nemmeno gli animi più sensibili (bambini a letto)
Ok, BASTA.
Buona lettura :)
_Laura.



Dove eravamo rimasti.
Ci sono fin troppe storie, vite che iniziano così.
S'interrompono, per un attimo, per un'eternità, e poi riprendono.
La mia interruzione è durata cinque anni, e l'ho vissuta senza rendermene conto.
La mia interruzione è finita qui, a Londra, non molto tempo fa.
E un'altra volta con Brian Molko.
E' con lui che ho terminato ogni fase, dalla più mediocre alla più brillante della mia intera esistenza.
Lasciandolo e ritrovandolo.
Non è molto, appunto, che ci siamo ritrovati.
Ma a me sembra sempre troppo poco.
Lui qui per studiare, anche se poi la fama non glielo ha permesso, io qui per lavorare.
Io che nella speranza di un successo futuro mi ero trasferita e avevo trovato un angolino di Rubrica su una rivista-supplemento del Times. Mi bastava scrivere quell'articolino al mese, rispondere alla posta dei lettori e riscuotere il mio modesto, ma sufficiente stipendio.
Una scrittrice per hobby, senza uno straccio di laurea, che si era guadagnata un posto di lavoro solo grazie all'unico libro di successo che era riuscita a scribacchiare in fin troppo tempo, negli autunni gelidi di Lussemburgo, ventenne malinconica e sfigatella.
Che aveva iniziato a combinare qualcosa immediatamente dopo che un finocchio dagli occhi blu l'aveva abbandonata.
Quando iniziò la mia interruzione.
Non viviamo insieme.
In realtà non abbiamo neanche una vera e propria vita insieme.
Sogniamo insieme e ci stuzzichiamo le anime a vicenda, quando ci va.
E, che ci si creda o no, basta.
Eccome.



“Sissie”
“Dimmi”
“Non indovinerai mai cosa devo dirti”
“Mh, effettivamente no, non credo.”
“Bè, neanche ci provi?”
“Confido in te tesoro, so che sapresti rendere quest'incognita molto più interessante facendo a meno di un mio goffo tentativo di interpretarla”
“Diventi dannatamente romanzesca, scrivere ti fa male.”
“Senti chi parla.”
Cosa dicevo?
Stuzzicarci l'anima.
Anche senza “l'anima”.
“Insomma?”
“Suoniamo all'Irving Plaza, e tu verrai.”
New York.
Forse sto sognando.
“Vuoi dire che mi porti con te?”
“Certo che sei stupida.”
“Davvero?”
Rido.
“Un po'”
Ride.
“Stasera beviamo qualcosa”
“Brian, beviamo tutte le sere.”
“Continueremo a farlo.”
“D'accordo”
“Oh, me love you longtime!”
Cita, estatico, e riattacca.
E' immensamente stupido ed egocentrico.
Probabilmente il suo ego pesa più di lui, ma lo accetto volentieri.
Sono disposta anche a portarne un po' in spalla, nel caso lui stesso non riesca a sorreggerlo.


Lo guardo camminare poco avanti a me, per i vicoli bui ed umidi di questa città così placebo.
Mi è familiare questa scena.
Mi ricorda quella del nostro secondo incontro scontro qui, a Londra.
Quando erano cinque anni che non avevamo notizie l'uno dell'altro.
Ma vivevamo comunque.
Sopravvivevamo.
Io sopravvivevo.
Lui, viveva.
Ma viva anche adesso, e io ho ripreso a vivere con lui, di nuovo, anche in questo preciso istante in cui continuo ad osservarlo, come se non potessi farne a meno, come ho sempre fatto.
E' un po' cambiato dalla fine della mia interruzione.
Si è sfoltito la sua morbidissima chioma di boccoli neri come la pece, veste più elegante.
Più adulto, forse.
Nero completo, giacche, camicie, pantaloni a sigaretta.
Ogni tanto tira fuori un paio di vecchi jeans logori e una canotta eccessiva, questo sì.
Ma certamente non passeggia per strada con GOD IS LOVE stampato sul petto.
Siamo arrivati al Neptune.
Passa avanti e mi tiene la porta.
Si siede al banco ed ordina un Gin and Tonic.
“Per me un Bloody Mary”
“Sissie...”
Sorseggia il suo cocktail pensieroso, senza guardarmi.
Il suo sguardo è sperso, immenso e appangante anche se non si posa su di me, anche se non mi sfiora per trasformarmi in oro liquido.
“Pronta per New York?”
“Non potrei esserlo di più”
Brian è felice, ultimamente.
Euforico, quasi.
Ho sempre paura che il successo gli dia alla testa.
Ma è solo il clichè di una paesana belga.
La verità è che sono felice, straordinariamente felice per lui.
In ogni cosa che fa mette quell'entusiasmo luccicante, quasi infantile che lo rende, se possibile, ancora più meraviglioso.
E' strano, ma è molto più spensierato adesso che a diciassette anni.
O almeno sembra.
Per il momento, corro il rischio di fidarmi delle apparenze.
Non potrà mai essere pericoloso, o per lo meno, non quanto il mio uomo in persona.
E, comunque, è un pericolo che mi attrae irrimediabilmente.

Edited by arual66 - 21/7/2011, 14:44
 
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Hannah With The Beatles
view post Posted on 22/7/2011, 00:53     +1   -1




Felicissima che tu abbia deciso di postare ancora!
Non vedo l'ora di leggere il resto.

:sosweeet:
 
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arual66
view post Posted on 27/7/2011, 08:41     +1   -1




Ok, ci ho messo tantissimo a postare perchè son stata fin troppo tempo in un posto sperduto senza connessione...cercherò di recuperare adesso.


E' mattina da poco, mi sveglio al suo fianco.
Dorme beato, ieri sera abbiamo iniziato a bere alle dieci e mezza e finito verso mezzanotte, da ciò che l'alcool mi permette di ricordare...
eravamo entrambi parecchio, parecchio sbronzi, e oggi la sbornia si fa sentire eccome.
La testa mi pulsa terribilmente, non ho la forza di alzarmi.
Per fortuna, la fase della nausea torcibudella devo averla smaltita dormendo.
Ecco che si sveglia.
“Oh, la notte è già finita?”
“Sei ancora ubriaco Bri?” rido
“Ubriaca è la mia vista...ubriaco sono io!” canticchia scherzoso, e mi si avvicina facendosi strada fra le lenzuola.
“Cosa fai?”
“Sono un micio”
“Smettila, mi fai il solletico!”
Mi divincolo involontariamente mentre mi posa una serie di baci leggeri sulle caviglie.
“Insomma, quand'è che partiamo?”
Mi bacia piano un piede bianco quasi quanto il suo viso.
“Il concerto è fra una settimana”
“UNA SETTIMANA?”
“Esattamente.”
“Ma...siete pronti?”
“Che domanda è? Sembri una stagionata mamma inglese in ansia per il debutto del figlioletto al festival dei giovani talenti.”
“Oh, piantala stronzo.”
Faccio una pausa e mi alzo di scatto, maledendomi neanche un secondo dopo per l'emicrania che si acuisce.
Solo adesso realizzo di essere semi nuda, e colgo l'occasione per darmi un'occhiata severa allo specchio.
Sono decisamente impresentabile, per dirla con un eufemismo.
Le spalline del reggiseno hanno ceduto e mi sono scivolate entrambe giù. Ho una macchia sulla canottiera di pizzo, e come se non bastasse, il trucco è andato a finire tutto sulle guancie.
Sembro una prostituta.
Quasi peggio di Brian ai tempi del liceo.
“Ah, sono orribile!”
Mi dico a voce alta.
“Non credo proprio.
Sai che mi somigli un po', così?”

Brian è uscito per andare da Stef, ed è un bene perchè ho bisogno di un po' di tempo per scrivere, così mi preparo un tè con qualche goccia di Brandy presa dal suo “armadietto delle emergenze”, come lui stesso lo definisce.
Mentre accendo il computer, mi sorprendo a mormorare qualche nota conosciuta.
Una delle sue.
Run away from all your whore dome,
run away from all your boredom and wave
your worries, and cares goodbye.
Ma sì. E' ora di staccare, questo breve viaggio mi farà bene.
E poi, sarò con lui, e ci sarà la sua musica.
Di cos'altro ho bisogno?
A volte ci penso, penso a quando e se ci separeremo nuovamente.
Ma non immagino che lui mi lasci un'altra volta, questo mi farebbe molta meno paura.
Penso a lui, a qualcosa di suo che per qualche motivo ci spinge a separarci.
E non c'è niente di più doloroso, dei miei sogni in cui cammino per ore in un posto ingnoto del mio inconscio, completamente sola finchè non mi ritrovo di fronte un freddissimo Brian, a pochi centimetri di distanza. Ma è come inanimato, e io cerco di afferrarlo, di toccarlo ma è come impalpabile.
E, lentamente ma inesorabilmente, lo perdo.
Davanti ai miei occhi.
Quasi sempre, da questo sogno mi sveglio piangendo sommessamente, o vengo svegliata da lui.
Mi stringe un braccio e dice cose del genere:
“Sissie, stai urlando in modo orrendo, è di nuovo quell'incubo?”
e, talvolta meno dolcemente:
“Non capisco perchè non vuoi dirmi cosa sogni se strilli come un'ossessa”
Ma io non gli dirò mai niente.
Potrebbe suggerirgli qualche idea.

I Placebo suonano.
Stefan Olsdal pizzica il suo basso, Steve batte con vigore sul Charleston, Brian Molko suona accordi random e si schiarisce ripetutamente la voce nel microfono, a ritmo.
Poi, quando finalmente sono tutti pronti, si delinea vagamente una canzone.
“I was never faithful and I was never one to trust”
Intenso ma accattivante giro di batteria.
“Borderlining skizo and guarantee to cause a fuss
I was never loyal except to my own pleasure zone
I'm forever blackeyed a product of a broken home...”
I musicisti però sono superficiali, freddi, appaiono tutti un po' nervosi.
Specialmente uno.
“Cazzo Steve, quante volte ti devo dire che il giro è prima?”
“Calmati, Brian.”
“Calmarmi? Fra una settimana suoniamo a New York, a New York pezzo di stronzo, e Black Market Music non è ancora uscito! C'è bisogno che ti dica che voglio una scaletta perfetta?”
“Andiamo checca isterica, ti scopi una fan dopo e hai fatto la tua bella figura”
“A costo di scoparmi tutte le prime file, puoi contarci.”
Stef ridacchia scoprendo il sorriso largo
“Chissà contenta Silvie!”
“Stef cazzo, non me la devo mica sposare.”
“Oh, non eri tanto innamorato?”
“Abbastanza.” risponde con un sorriso pensieroso.
“Abbastanza, sì.”

Edited by arual66 - 27/7/2011, 18:47
 
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Brianna96
view post Posted on 14/8/2011, 21:44     +1   -1




Bellissima, continua continua continua!!!! :uhuh: : :graffie:
 
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3 replies since 20/7/2011, 23:39   183 views
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