I'll wait my turn to watch you burn, Intreccio tra FanFic

Tranquilli tutti, non sto per postare una nuova fanfiction.
*Sospiro di sollievo*
E adesso vi chiederete: perchè ha aperto una nuova discussione?
Bene, la risposta è più semplice di quanto si pensi.
Io e Serena (alias Diduforgetotakeyourmeds?) abbiamo deciso di collaborare.
Ebbene sì, intrecciare le nostre deliranti ff per crearne una unica, doppiamente delirante.
Per essere più chiara: adesso, io vi posto il capitolo che avrei dovuto mettere nella discussione della mia ff, così da far subentrare poi Serena che posterà un capitolo di continuazione alla sua. Un vero intreccio.

Spero di essere stata chiara (ed ho i miei dubbi), ma se ci sono difficoltà nel comprendere ciò che ho cercato di scrivere in maniera più semplice possiile, chiedete pure.

Adesso la smetto di parlare, lo giuro.
A voi:


Don’t worry baby, it’s just the end of the world

Il calore del sole, già alto nel cielo, mi fa svegliare.
Ho ancora sonno, ma non credo riuscirò ad addormentarmi di nuovo.
Non dopo aver visto l’angelo che mi è accanto.
È nuda. Ha un braccio sul mio petto.
Sembra quasi non voglia lasciarmi andare.
I capelli arruffati e scuri le coprono la schiena nuda.
Chissà se sta sognando.
Chissà se sta sognando me.
Io mi sognerei dopo una notte ( no aspetta era mattina? ) del genere.
A quest’ora Jason sarebbe andato via.
Senza lasciar traccia.
Come i fantasmi.
In fondo Jason lo è.

Una botta e via.
La sua filosofia di vita.
Ma da quando gli ho tirato quel pugno, sembra scomparso.
Adesso devo fare i conti con Brian.
Che si stia innamorando?
Ma no, Brian Molko non può innamorarsi.
Sbagliato. È Jason che non ha un cuore, non tu.
Il cuore dovrebbe essere un organo vitale.
E allora perché mi fa solo stare male?
È un controsenso.
Vaffanculo cuore.
E Fiona? Tu ami anche lei.
Meglio non aprire questo argomento.
Adesso c’è Leni.
Ha la priorità su tutto.
Il mio sguardo si perde nella sua perfezione.
Traccio delicatamente disegni astratti sul braccio che mi imprigiona.
Non riesco a spezzare quella catena che mi lega a lei.
Meglio fare una doccia, va’. Prima che mi venga la voglia di rifarci l’amore.
Sposto il suo braccio controvoglia.
Mi alzo.
Passo davanti allo specchio del bagno.
Sembra essere tutto tranquillo.
Il riflesso è ancora quello di un volto buono. Appena svegliato.
Mi infilo nella doccia e apro l’acqua.
Un getto mi colpisce in pieno volto.
Freddo. Troppo freddo.
Violento.
Sembra voglia strapparmi la pelle.
Sento che qualcosa mi sta abbandonando.
Oh no.
Che sia il cuore?
Facendo scivolare giù per il corpo le gocce che racchiudono la parte più importante di me, esco dalla doccia. Mi riguardo allo specchio.
- Bentornato Jason -
Mi do il bentornato da solo.
Che sollievo avere di nuovo un corpo con cui muovermi.
Mi guardo allo specchio con il ghigno sulla bocca.
Adesso il riflesso è cambiato.
- E adesso è il mio turno checca. -
Vaffanculo.
Ahahah.
Non fare il forte Brian. Ti ricordo che quello che comanda sono io adesso.
Adesso stai buono buono nello specchio.
Sono sicuro che troverai qualcosa da fare.

Esco dal bagno.
Uh ma guarda, la bella addormentata si è svegliata.
Non la toccare stronzo.
I finocchi non mi intimidiscono. E adesso taci.

- Buongiorno -
Oh ma che carina che è.
E bravo il mio Brian, vedo che in fatto di gusti hai fatto progressi.
Peccato che non è servito a niente.
Presto scapperà via anche lei.
L’hai già fatto con Fiona. Ti prego. Lasciami almeno lei.
Contaci.

- Buongiorno Leni -
Di nuovo il ghigno.
Mi esce spontaneo.
Devo essere davvero cattivo.
Oh yeah.

- Brian che hai? -
Non le sfugge niente. Te la sei scelta intelligente questa volta.

- Nulla, scusa piccola, ma ho ottenuto ciò che volevo. Adesso posso anche andarmene.
Bye. -
No Jason! No!
Giuro che se te ne vai così.. io.. io..
Ssh, non ti agitare tesoro. Non è niente.
È solo la fine del mondo.

ok. non ho capito.
Cavolo, io sono indetro con tutte e due ç_ç

Sono una frana, lo sapevo.
Vediamo se riesco a migliorare la comprensione.. altrimenti ci riununcio e lascio le spiegazioni alla mia socia.
Allora, questo capitolo, deve essere considerato come continuazione della mia ff (Leni.). Non l'ho messo in quella discussione perchè, da adesso, la mia ff e quella di Serena (ovvero In the cold light of morning) si uniranno. Cioè, intrecceremo le due trame, formandone una sola.
Così da formare un unico finale per entrambe le fic.
Ora, questo capitolo l'ho scritto io, il prossimo sarà scritto da Serena.

Dimmi che non ho peggiorato la situazione con quest ulteriore spiegazione..


Hai tutto il tempo del mondo. (;

voglio conoscere Jason....

Bè in realtà sta nel corpo di Brian. Quindi rivolgiti pure a lui per le presentazioni

*il corpo di Brian*

Ah, occhei. Capito. Che figata *_*

Ed ecco qua anche il mio capitolo!
Buona lettura, e diteci cosa ne pensate






I must be an acrobat
To talk like this
And act like that
I can't let you go



Mi vestii frettolosamente.
Brian mi aveva insultata.
Mi aveva dato della troia.
E poi aveva provato a violentarmi.
Con gli occhi lucidi raccolsi le mie cose e presi la borsa.
Tremavo leggermente.
Non mi era mai capitato di assistere a un cambiamento così repentino in una persona.
L’ennesimo stronzo che vuole solo usarmi.
Si era mascherato divinamente.
Scesi in strada e lo vidi entrare in macchina fischiettando.
La mente razionale mi diceva di stargli alla larga.
Per la mia incolumità.
Al diavolo la razionalità.
Lo seguo.
Entro anch’io in macchina e aspetto a qualche metro di distanza.
Imbratta le labbra con un rossetto scarlatto.
Passa il gel tra i capelli e li tira indietro.
Accende la radio e canta a squarciagola.
La gente lo guarda sbigottita.
Si parte.
Faccio fatica a stargli dietro, sorpassa le auto davanti a lui, come se volesse essere il primo tra tutti.
Come se andasse da qualche parte.
Nessuna traccia della persona a cui avevo donato un piccolo pezzo di me.
Mi chiedo come faccia a non avermi notata.
Seguo la sua scia spericolata a tutta velocità.
Passiamo a rosso evitando per poco di schiantarci.
Cazzo, cazzo, cazzo!
“My name is Jason and you better not wear it out
I'm the patron saint of the denial, with an angel face and a taste for suicidal”
Canta con un accento completamente diverso.
Marcatamente inglese.
Vuole prendere per il culo Londra.
Siamo arrivati in una zona che sono solita evitare.
Alti edifici rasentano le strade deserte.
Resti dell’epoca vittoriana.
Le uniche persone che passano sono barboni.
Mi sento così fuoriposto qui.
Parcheggia.
La sua voce accattivante è l’unico rumore che riempie l’aria.
“I really hate to say it but I told you so,
So shut your mouth before I shoot you down, old boy!”
Mi nascondo dietro un bidone della spazzatura.
Cammina spavaldo.
Si è messo una giacca di paiette scintillante.
Entriamo in una costruzione simile a un vecchio ospedale.
Grida strazianti.
Si rizzano i peli delle braccia.
Ma che razza di posto è questo?
Un tizio legge il giornale stravaccato dietro una scrivania scricchiolante.
Non fa caso a me.
Brian sceglie una chiave da un mazzo e apre una porta.
Tachicardia.
Cosa nasconde lì dentro?
- Ciao, Fiona!-
Forse una sua prigioniera?
Alzo in aria il bastone di ferro con cui mi ero armata.
Sono alle sue spalle.
Faccio cenno di non parlare alla ragazza che giace a terra incatenata in fasce bianche.
Colpisco forte.
**

Leni è una in gamba...ahahhaha

Ovviamente

---

Nuovo capitolo.

[Fiona P.O.V.]

The only thing you can rely on
Is that you can't rely on anything


Tic, tac, tic, tac…
Diecimilaottocentotrenta secondi.
Diecimilaottocentotrentuno.
Fatemi uscire, vi scongiuro.
Ho sete.
Quel bastardo ha rovesciato la mia acqua.
Diecimilaottocentotrentatre.
Fatemi uscire.
Pareti bianche.
Pavimento bianco.
Camicia bianca.
Ho la nausea.
Troppo bianco per i miei occhi.
Se solo riuscissi a vedere qualcos’altro.
O sentire qualcos’altro.
Invece niente, vedo solo questo stupido bianco e sento solo la fastidiosa voce dei miei pensieri.
Diecimilaottocentotrentasette.
A quanto dovrò arrivare prima di uscire di qui?
Forse morirò disidrata prima di saperlo.
Chissà se uscirò da qui.

– Peccato che non lo saprà mai nessuno!-

Quelle parole continuano a risuonarmi in un angolo del cervello.
Nessuno verrà a salvarmi.

E Stefan?
Oh, il mio angelo custode.
Cosa ti ha fatto quel demonio?
Prometto di venire a liberarti appena riesco a liberarmi io.
Ritorneremo liberi insieme.
E combatteremo contro Jason.
O Brian?
Non ho ancora capito con chi ho avuto a che fare.
Gliela faremo pagare, promesso.
Diecimilaottocentoquarantacinque.
Poso l’orecchio sul freddo metallo della porta.
Cerco di sentire qualcosa.
Silenzio.
Solo ed esclusivamente straziante silenzio!
Ho voglia di suonare.
Voglio il mio violino.
Ho voglia di riempire questa fottuta stanza bianca con qualcosa che mi ridia la vita.
Io muoio così.
Il silenzio mi uccide.
Questo bianco mi uccide.
Diecimilaottocentocinquantaquattro.

Sento dei passi.
O forse sto solo immaginando di sentirli.
La voglia di uscire mi reca allucinazioni uditive.
Però io sento dei passi avvicinarsi.
Il rumore rimbomba contro i miei timpani.
Forse sto svenendo di nuovo.
La stanza ha cominciato a girare.
O sono io che giro?
Fermatela!
O fermatemi.
Ma fate qualcosa prima che io diventi pazza sul serio.

Ma ricorda che tu non sei pazza.
Giusto, io non sono pazza.
È stata tutta una messa in scena.
Io non sono pazza.

Il rumore dei passi è cessato.
Anche la stanza ha smesso di girare.
Forse anche la Terra ha smesso di farlo.

Poi un rumore improvviso contro la porta.
Qualcuno la sta aprendo.
Non ci credo.
Che sia il mio salvatore?
Che sia il mio dolce Brian?

Mi sposto il più velocemente possibile prima che muoia schiacciata dalla pesante porta.

- Ciao, Fiona! -
Il luccichio della sua giacca mi acceca.
Il tono è sprezzante.
Non è il mio Brian.
Lo sconforto si impadronisce di me.

Non rispondo.
Quello stronzo non si merita neanche una cazzo di risposta.

Poi qualcosa lo colpisce.
Oddio.
Forse sto sviluppando qualche potere sovrumano.
Qualcosa che faccia avverare i miei desideri con la sola forza del pensiero.
Figo.
Adesso muori bastardo.
Cade a terra stordito.
Deve averlo colpito davvero forte.

Poi un’altra figura.
Più esile, più bassa della prima.
È una ragazza.
Ma che ci fa qui una ragazza?
Ha un bastone in mano per giunta.
Che sia venuta a farmi smettere di soffrire?
Forse è la Morte.
Ma no, la Morte non colpisce con un bastone di ferro.
Chi è allora?
Si affaccia insicura alla porta. E mi guarda.
Ha uno sguardo particolare.
Ha lo sguardo di chi è davvero incazzato.
Con Brian?
Sicuramente deve averle fatto qualcosa.
Il demonio ha colpito anche l’innocenza di questa dolcezza.
Poverina.
Il destino però è stato più crudele con me.
Lei non è mica imprigionata in una stanza vuota e bianca senza potersi muovere.
Lei non si è innamorata del Diavolo.

Le devo parlare.
Devo sapere.
Mi deve aiutare.
Ma la voce non riesce ad uscire…

povera Fiona.......
clap clap a voi!!!bravissime!!

*__*
Wow, mi è piaciuto questo capitolo!!
Ero un po' confusa all'inizio, non capivo bene cosa stesse succedendo, xD ma adesso ho tutto chiaro e beh, devo dire che questa della doppia personalità è un idea assurda e geniale!! xD
Non ho mai letto una fanficion così prima d'ora!!! xD

Continuatela, mi paice un sacco!!
Compliemnti!!

Grazie di cuore *___*
Continueremo presto!

Hush, It's okay... dry your eye... soulmate dry your eye, cause soulmates never die



Sono sicuro che qualcuno mi abbia drogato… la mia vista non è al massimo.
E nemmeno gli altri sensi.
Una sensazione di tranquillità mi pervade… sensazione che non potrei mai provare in condizioni normali.
Osservo silenziosamente una scena sfocata attraverso le sbarre.
Una ragazza libera un’altra.
Sono molto belle.
Ovviamente avrei preferito guardare uno spettacolo diverso. Maschile, possibilmente.
La bionda è Fiona, riconosco i lineamenti aquilini.
Si sta rialzando con la furia di una leonessa tenuta in gabbia troppo tempo.
Mi sento già meglio.
Mi hanno visto, corrono verso di me come se qualcuno le stesse inseguendo.
- Stefan! Stai bene? Oh, Stefan ero così preoccupata!-
- Calmati, io sto benissimo…-
- Adesso ti facciamo uscire!-
L’altra ragazza si guarda nervosamente alle spalle.
Seguo il suo sguardo.
C’è qualcuno a terra!
Fiona prova tutte le chiavi.
- Hai visto quell’uomo? Ha bisogno d’aiuto!-
- Oh no, no, no siamo noi ad aver bisogno d’aiuto!-
Qualcosa si agita dentro di me.
Apre la mia cella e schizzo fuori ansioso.
Hanno una mazza tra le mani…
- Siete state voi? Siete impazzite, porca puttana!-
- Aspetta, non è come pensi, Stefan! Dobbiamo andarcene subito, prima che si svegli!-
Mi trattengono.
Ma sono più forte.
L’istinto mi dice di proteggere quella creatura di faccia sul pavimento.
Un angelo con un’ala spezzata.
Lo sollevo, poggiando la testa sulle mie ginocchia.
Che colpo al cuore.
- Spero per voi che abbiate una buona spiegazione…-
Sento la mia voce tremare di rabbia.
Povero Brian!
- Senti, so che è difficile da credere, ma lui non è il vero Brian, è un’altra personalità che ci ha rinchiuso in questo buco… e chissà cos’altro può farci se si riprende!-
- Che assurdità! Conosco Brian meglio di voi due e non è un mostro… ma… tu chi cazzo sei?
- Io sono Leni.-
Leni…
Un nome che ho già sentito.
Ma certo!
L’ossessione di Brian esiste, dunque.
E vuole mettermi contro di lui… forse vuole averlo tutto per sé?
- St, Stefan…-
Brian apre gli occhi, intona il mio nome delicatamente.
- Come stai?-
- Umh… ho visto giorni migliori…-
Prendo il suo fragile peso sulle mie spalle e lo depongo sul lettino di una camera vuota.
- Quelle due psicopatiche sono ancora qui? Perché non le cacci? Ho paura, Stef-
Non permetterò che nessuno ti tocchi.
- Ti prego Stefan, non dargli ascolto… non ti accorgi che non è in lui?-
In effetti, si è messo il rossetto.
Una stronzata che facevamo insieme tanto tempo fa.
E una giacca femminile.
Ma è sempre il solito Brian, con le sue buffonate da quattordicenne.
E dovrei mandarlo affanculo?
- Perché non andate via e lo lasciate in pace?- sibilo.
- È fuori discussione! Potrebbe anche ucciderti!-
Scoppio in una risata incredula.
Il mio migliore amico potrebbe uccidermi!
Se non lo capiscono con le buone, lo capiranno con le cattive.
Le spingo verso l’uscita, ma non so quale sia.
Che labirinto maledetto.
Le ragazze si dimenano, ma la determinazione che mi scorre nelle vene non può essere sconfitta.
Qualunque cosa facciano, io sarò sempre più forte.
Spingo un pesante armadio per sbarrare la porta.
Le ho chiuse fuori, bene.
Respira, Stefan. Brian è al sicuro.
- Grazie, amore mio-
Amore mio...
Una parola così inadeguata.
Penetra dentro di me, insieme a quell’occhiata profonda che mi lancia, come se mi stesse sondando.
Mi sento… in imbarazzo.
- Figurati…-
- Ti devo la vita-
Si mette seduto prendendo la mia mano sudata tra le sue.
- Io e te siamo destinati Stef… lo sai… solo io e te, contro tutti-
Ne sembra davvero convinto.
Cerco di dare un senso alle mie emozioni.
Al mio cuore che si frantuma sotto il peso delle sue lusinghe.
Fermati fin che sono in tempo per rimediare.
Per mettere una benda.
All’improvviso le distanze che avevo messo fra di noi si accorciano.
Come se non ci fossimo mai separati.
Il filo del fato che ci univa non si è mai spezzato.
Guardo altrove.
- Vieni –
Allarga le braccia e accoglie il mio corpo tremante.
Ho bisogno che mi riscaldi.
Che per una volta sia lui a curare me.
A curare la voragine che ha provocato.
Mi ranicchio sul suo petto, incapace di ragionare.
Mi da teneri baci sulla testa.
Non mi ero nemmeno accorto che stavo piangendo.
Cazzo, no. Non fare il bamboccio, Stefan!
Sii forte!
- È tutto okay… è tutto okay- ripete baciandomi. –Non ho mai smesso di amarti. Mai-
È tentazione pura, irrifiutabile.
Una bomba esplode nel cuore, nella testa.
Mi fa male ogni singolo centimetro.
Non assaggiavo la sua bocca da tempo inenarrabile.
Ha conservato lo stesso sapore di una volta.
- Noi possiamo ancora cambiare il mondo, se mi seguirai. L’inferno non è un posto inospitale come credi-
- Oh Bri… ma ci siamo già all’inferno-
**