CITAZIONE
Figurati!
E poi mi sembra che abbiamo un modo di scrivere molto simile
Sì hai ragione, mi sono sempre ritrovata nel tuo stile proprio perchè simile al mio, anche se il tuo è molto superiore.
Con questo, spero che tu non pensi che io voglia "copiare" qualcosa da te o dalla tua ff, assolutamente.
Il mio scopo è semplicemente quello di rilassarmi e sfogarmi scrivendo ciò che mi passa per la testa, non è quello di scrivere cose che appartengono alla testa di altri.
CITAZIONE
Bella!!mi piace..non vedo l'ora di leggere il seguito
Grazie tante anche a te Lillian79 *.*
Eccoti accontentata:
II Capitolo
She beats me harder than any kind of guyLa pallida luce del mattino, e due calde labbra, mi svegliano.
Stefan è di fronte a me, pronto con il caffè e un buongiorno.
- Dormito bene? – aggiunge sorridente.
Una favola.
- Insomma, ho fatto un po’ di fatica ad addormentarmi, tutto qui - rispondo con un sorrisetto vago.
Stef, capisce al volo che non mi va di parlare, così lascia il mio caffè sul comodino vicino al letto e va a farsi una doccia.
Mi alzo lentamente. Le tempie pulsano fortemente.
Bevo il caffè.
Che diavolo ci ha messo dentro, un quintale di zucchero? Bleah.Lo butto nel lavandino, e mi sciacquo la bocca.
Odio le cose dolci di primo mattino.
Passo davanti lo specchio, e noto le profonde occhiaie, scavate nel pallore del mio viso.
Come se avessi fatto chissà cosa.
Poi però mi ritorna in mente il sogno.
Mi ha tolto parecchie energie.
La voce della principessa in pericolo risuona come una canzone nella mia testa.
Gli occhi neri, profondi, che riflettevano l’anima.
E io?
L’ho lasciata cadere. Perso nelle mie fantasie, vengo colto di sorpresa dall’abbraccio di Stef, che mi circonda le spalle.
Mi giro, lo bacio e decido di mettere da parte quei pensieri.
Era
solo un sogno.
- Ma che hai stamattina Brian? Ti vedo strano -
Non gli sfugge mai niente, assurdo.
- Nulla, ho solo un gran mal di testa, tranquillo – lui annuisce, poco convinto.
- Steve ci ha invitato a fare un giro per Strasburgo.. si lamenta del fatto che siamo qui da tre giorni e ancora non l’abbiamo visitata. Sai com’è Steve quando si mette in testa una cosa… -
Ha ragione, Steve quando ci si mette è parecchio testardo.
Sorrido.
Ma non mi va di uscire.
- Portalo tu in giro per la città, la conosci bene quanto me… io resto qui e vedo di farmi passare questo maledetto mal di testa -
- Sicuro? Altrimenti rimandiamo… -
Sempre così premuroso il mio Stef.
- Sicuro. – e per convincerlo gli do un bacio.
- Ok, allora vado. Mi raccomando, riposati –
- Certo, divertitevi – dico ammiccando.
Ma la testa continua a pulsare feroce.
Aspetto che esca per prendere una delle mie pasticche della felicità.
Mi stendo sul letto. Aspetto che faccia effetto.
Un po’ di sane allucinazioni sono perfette per combattere il mal di testa.
Almeno per un po’.
Passano alcuni minuti, ma niente.
La testa, continua a far male come prima.
Decido di alzarmi a fare due passi.
Finisco nella hall dell’albergo, mi siedo su una di quelle poltrone così invitanti e sfoglio una rivista. Ogni tanto alzo lo sguardo, alla ricerca di qualche fantasiosa allucinazione, ma niente.
La realtà non vuole proprio lasciarmi.
Proprio come il mio mal di testa.
Poi la vedo.
Lei.Ancora una volta, rivedo quello sguardo.
È seduta di fronte a me, anche lei sfoglia qualcosa.
Il mal di testa è sparito.
Molto probabilmente è lei la mia allucinazione.
Forse si sente osservata, quindi alza gli occhi, mi guarda.
Dio, quello sguardo,
picchia più forte di qualunque ragazzo.Più forte persino delle mie tempie pulsanti.
Sento di nuovo quello strano istinto di salvarla da qualcosa di invisibile.
Un altro inutile sogno, o la cruda realtà?
Pretendo una risposta.
Mi avvicino.
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Questo capitolo non mi piace. Cominciamo bene.
Non è ancora successo niente di che, forse la mia narrazione è fin troppo lenta, non so.
Nel prossimo capitolo (che stranamente ho già scritto) prometto che qualcosa si inizierà a muovere. Sempre se vorrete continuare a leggere.
Adesso a voi la parola.