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Eccolo!!
Ho appena finito di ricopiare il secondo capitolo, ho pensato di postarlo anche, quindi =)
Enjoy!
Capitolo 2
Along Came Brian1
-Andate via? Non volete incontrare il super-ospite?-.
Jack, il proprietario della casa, nonché organizzatore della festa nella quale ho dato il peggio di me, compare alla nostra vista, invitandoci a restare.
Osserva i miei occhi stanchi e lucidi.
-Come va piccola? Ti senti meglio?-.
È sinceramente preoccupato. Insieme a Kristine, aveva cercato in tutti i modi di non farmi bere, ma sono diventata incontrollabile.
-Sì, sto meglio, grazie. Scusa se prima... -.
-Non lo dire nemmeno, piccola! Vuoi un caffè?-.
Non so mai dire di no ad un caffè. Soprattutto quando mi sento uno straccio.
Ci dirigiamo verso la cucina.
-Allora, Jack, questo super-ospite? Chi è?- Chiede Kristine mentre il nostro amico prepara la brocca del caffè.
-Non ve lo dico. È un caro amico del festeggiato, accontentatevi di questo-.
Il festeggiato è Michel, fratello di Jack, e noi ci ritroviamo alla sua festa di compleanno.
-Michel non lo vede da un po' di tempo – Prosegue Jack – Gli farà piacere trovarselo davanti il giorno in cui compie trentacinque anni. Sarà qui a momenti, riuscirete a vederlo-.
Mi versa una bella tazza di caffè. Inizio a sorseggiarlo dopo aver ringraziato il mio amico timidamente.
Fuori della cucina è calato il silenzio, ma noi non ce ne rendiamo conto.
Urla e applausi improvvisi.
Jack va a controllare, ritorna dopo pochi secondi.
-È l'ospite! È arrivato! Forza venite!-.
Ci dirigiamo nell'enorme salone dei ricevimenti, dove gli invitati si sono disposti tutti in cerchio.
Ci sono persone sui tavoli, sui divani, sulle poltrone.
Non riesco a vedere oltre gli strati di gente in delirio. Ho perso di vista anche Kristine e Jack.
Un ragazzo invita la folla al silenzio.
Tutti ammutoliscono. Riesco a sentire i loro respiri impazienti ed eccitati.
L'ospite prende la parola.
Riconoscerei quella voce fra mille.
La voce di Brian Molko.
La musica è assordante. Il mio mal di testa mi implora di uscire fuori della sala per poter esplodere nel silenzio.
Cerco di farmi strada tra gli invitati intenti a ballare e a divertirsi, per raggiungere il terrazzo, quando una mano mi ferma, trattenendomi per il polso.
Mi volto.
È Michel.
-Vieni, voglio farti conoscere Brian Molko!-.
Ha il volto entusiasta.
No, grazie. Non no ho voglia.
Mi trascina senza rendersi conto che cerco di far qualsiasi cosa per sfuggirgli.
Entriamo in un piccolo soggiorno.
Piccolo solo rispetto alle mastodontiche dimensioni della sala per ricevimenti.
Seduti su dei divani vi sono Jack, Kristine e lui. Brian.
Si alzano non appena vedono entrare Michel e me. Brian mi osserva un istante. Non sembra riconoscermi.
Meglio, anche se ciò non fa altro che aggiungere incazzatura al mio già precario stato d'animo.
-Ragazzi- Rompe il ghiaccio Michel, prendendo le mani mie e di Brian -Lasciate che vi presenti: Brian...-.
-Ci conosciamo già- Lo interrompe l'amico, stringendomi la mano senza smettere di guardarmi.
Si ricorda di me. Questo mi fa incazzare ancora di più.
-Ciao- mi saluta piatto.
Almeno il mio nome lo conosci?
Osservo con indifferenza lo sguardo stupito di Michel, che sposta gli occhi continuamente dal mio volto a quello di Brian e viceversa.
-Ciao- Ricambio al saluto con lo stesso grigiore, senza smettere di guardare Michel.
-Beh, ragazzi, per noi si è fatto davvero tardi!- Kristine balza in piedi rapidamente, attirando la mia attenzione.
-Già. Dopo la serata che ho passato, credo di aver bisogno di riposare. Anche Kristine, che mi è stata dietro per tutto il tempo- Confermo annuendo.
Ci allontaniamo dalla stanza dopo aver pronunciato un semplice “Ciao!” e ci siamo incamminate verso l'ingresso.
Ci facciamo strada tra la folla danzante. Arrivate alla porta d'ingresso, Kristine va a prendere i nostri soprabiti.
Mi giro per dare un'occhiata al salone pieno di vita, pasticche ed alcool.
Altro che vita. Siamo tutti sul ciglio di un baratro, rischiando di annientarci alla prima perdita di equilibrio, penso fra me.
Lo vedo, all'improvviso, in fondo alla sala.
Poggiato sullo stipite della porta del soggiorno. Sorregge un bicchiere che porta lentamente alla bocca.
Mi scruta.
Faccio spallucce e mi giro verso la porta d'ingresso, sussurrando “Vaffanculo”.
Kristine ritorna con i soprabiti. Li indossiamo ed usciamo, dirette verso la mia auto.
L'umida e calda aria estiva mi sfiora il viso bagnato di sudore.
È come se ricevessi un tir in pieno volto, per i miei sensi.
Ci avviciniamo alla mia auto.
-Guido io!- Mi informa Kristine, prendendosi le chiavi dalle mie mani ed entrando nell'abitacolo, al posto di guida. Mi siedo al suo fianco.
-Senti, Monika- Inizia a dirmi prima di mettere in moto -Io avrei anche potuto restare lì, ma ho preferito che ce ne fossimo andate, per non rendere la situazione in cui ti trovi troppo complicata-.
Annuisco lentamente.
-È tutto a posto, Kristine-.
Sorrido. Sorride anch'essa.
-Dai, metti in moto. Ho bisogno di dormire-.
Ci ha già pensato Brian Molko, tre anni fa, a complicare la mia situazione.
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1 Riferimento al titolo originale del film "E alla fine arriva polly", giusto per ironizzare su una storia che diventerà un po' amara, nel corso dei capitoli.