| well non so nemmeno se è giusto postarla qui o nella nostra sottosezione,,,,oggi sono a casa malato ho visto la sezione fan fiction e ho deciso che voglio anche io metterci qualcosa di mio, spero che gradirete,
besos!
Quel giorno gli regalò il tempo necessario. Per i meandri della sua testa. A volte ammalarsi non è cosi’ male, ti permette di impiegare i tuoi minuti ammazzando a sangue freddo il dovere.
Pensava sdraiato in un letto distrutto dalla pigrizia di non volere mai rifarlo, a quanto la vita gli aveva concesso. Ma non era soddisfatto lo stesso. In fondo non ci si può sentire arrivati ad un traguardo se nessuno al mondo ti sa dare il limite di quest’ultimo. E’ come una corsa olimpionica che tende all’infinito, l’unico potere che hai è di decidere la velocità del tuo passo, perché non essendoci un traguardo, in fondo, nessuno arriva primo. Confortarsi, limitando il danno. Cercare distrazioni, pretesti di canzoni. Un piccolo Dio osannato, un pensiero che non poteva non farlo sorridere. A volte quelle gocce di onnipotenza impregnavano l’animo a tal punto che se strizzato usciva pura gioia. Le sue canzoni. Chissà in quanti le capivano veramente. Quei testi un po’ criptici, un po’ frastornati, eppure, tutte quelle persone che entravano in una mimesi totale con ogni parola da lui pronunciata. Era come fare l’amore, abbracciare tutto il suo pubblico dai due lati come fossero quelli i suoi fianchi, e penetrarlo fino all’ultima fila. Guardami, fammi baciare dalle tue palpebre umide, dimmi che sono tutto per te, masticami il cuore e sputamelo in faccia. In certi momenti va bene tutto. Se non si vivesse anche di impulso, saremmo tutti dei, non animali. Guai a lui perdere il suo istinto. Avrebbe perso la musica, avrebbe perso quella scarica vitale di cui era sempre in cerca. Non puoi più fare a meno di un sogno, quando è tangibile come la tua pelle. Puoi solo levigare le scaglie di ogni suo singolo brivido, e sperare che non finisca mai. Proprio mai.
|