LA DISFATTA DEI MATRIMONI GAY IN CALIFORNIA: UN'ANALISI DEL VOTO
Sul fronte delle analisi del risultato elettorale i 600mila voti che hanno provocato la disfatta del movimento gay sono elaborabili.
Partiamo da un dato di fatto. Il 70 per cento della comunità afroamericana ha votato contro il matrimonio gay. Verrebbe facile pensare che si sia trattato di discriminazione alla rovescia, che l'unico gruppo sociale, ora che c'è un presidente di colore, a subire discriminazioni legalizzate sia rimasto quello LGBT. Ma l'analisi del voto è sicuramente più complessa e interessante.
Se si sostituisce all'equazione invece del colore della pelle il livello di istruzione si ottiene una risposta più valida. Infatti, se si usa come discriminante il livello di istruzione scopriamo che i gruppi etnici mediamente più istruiti hanno votato per il matrimonio gay mentre quelli con livelli di istruzione più bassa si sono opposti. Così si spiega per esempio come il 57% delle persone bianche con laurea abbiano votato per il matrimonio e il 58 di quelle sempre bianche ma senza laurea e residenti in zone rurali si siano opposti. I gruppi afroamericani e latini, con livelli di istruzione più bassa sono quindi stati orientati a opporsi al matrimonio gay. Il gruppo asiatico, che fa dell'istruzione uno dei suoi punti di forza, ha invece votato al 51% a favore del matrimonio gay.
Le ragioni profonde sono tutte da individuare.
-Le persone di bassa istruzione, bianche latine o nere, fanno della loro forza fisica il punto di confronto. Hanno una percezione dell'essere gay come di una persona debole e antitetica alla vera virilità. Supportare gay o i loro diritti inoltre li mette in pericolo di essere visti come gay. Al contrario, le persone con livelli di istruzione più elevato affrontano l'avversario battendolo sul piano razionale e non colpendolo fisicamente. Questo permette loro di sostenere i gay senza perdere lo status sociale.
- Le chiese hanno svolto un ruolo fondamentale nel condizionare soprattutto le persone con minore istruzione e quindi minore capacità critica. Le chiese delle comunità nere sono da anni impegnati in una battaglia al contrario. Mentre negli anni 60 erano in prima fila nel rivendicare i diritti delle persone di colore (pensiamo solo al divieto di matrimoni 'misti') dagli anni 90 fanno battaglie di retroguardia contro i diritti di un altro gruppo sociale, quelli della comunità LGBT. Un esempio per tutti è la profonda divisione nella famiglia di Martin Luther King, con la moglie Coretta impegnata a favore di gay e lesbiche e così isolata dalla comunità religiosa nera e dalla stessa figlia, che invece si sono battute attivamente per impedire i matrimoni gay. Tanto che la “proposition 22” , un referendum delle scorse elezioni presidenziali poi abolito dalla corte suprema californiana, che vietava il matrimonio gay, passò con il 22 % di distacco. Ora, 4 anni dopo, la “prop 8” ha visto un margine del 4%.
E' comprensibile che la comunità gay si chieda se la comunità nera abbia imparato poco da anni di discriminazione. Ma ricordiamoci che le persone negli States che non possono pagarsi le scuole non studiano la storia dei movimenti civili e quindi il problema non è il colore, ma l'ignoranza.
La responsabilità di aver lasciato indietro alcuni gruppi sociali, in fin dei conti, discriminandoli in base al reddito e negando alle classi più povere una educazione completa, è solo della cosiddetta razza bianca. Non ci si può arrabbiare se il sistema creato dai bianchi si è rivoltato contro di loro.