| Nuovo capitolo =D Ci ho messo veramente tanto per scriverlo, spero che vi piaccia e spero di essere riuscita al meglio ad esprimere quello che mi frullava in testa!
Nove. Un ventre gravido si sporgeva su di me. Non aveva il coraggio di toccarmi, d’altronde chi lo avrebbe avuto? Ciocche di capelli dorati le ricadevano sul seno, scompigliati. - Vinc, amore, chi è questo… ragazzo?- - Sarà un barbone, entra prima che ti attacchi qualche malattia- Era davvero bella. Capivo perché avesse preferito lei a me. Si avvicinò per osservarmi, forse si chiedeva se respirassi. Sembrava ancora più bella con le sopracciglia alzate, intenta a studiarmi. - A me non sembra un barbone- affermò. Ma chi sei? Una cazzo di Madre Teresa di Calcutta? - Oh, andiamo lascia perdere, non puoi salvare ogni delinquente che incontri per strada- Lucy si irrigidì, ma conservò la dolcezza nello sguardo che mi riservava. Ero rimasto disteso nelle interiora, con la schiena spezzata, Vincent mi era passato sopra un paio di volte mentre entrava ed usciva. Lo sentii ciabattare innervosito. - Ti decidi ad entrare?- La baciò delicatamente, ma lei lo ignorò e mi prese il polso per ascoltare i battiti. - Ha bisogno d’aiuto, credo che dovremmo portarlo dentro- - Questo è fuori discussione! Non è un cane randagio, è solo un povero stronzo, non devi provare compassione per lui!- Era visibilmente infuriato. Sentivo la paura crescere a dismisura nell’oscillazione della voce, il suo peggiore incubo stava diventando realtà. - Dubito che tu abbia un cuore- Lucy mi strinse un braccio intorno alla vita e mi mise in piedi con la forza di un uomo muscoloso. Lo scatto fulmineo mi fece venire le vertigini. Vincent non poté opporsi quando mi sistemò su una sedia a dondolo e andò a prepararmi un bagno caldo. Rimanemmo soli, chissà quali minacce stava elaborando la sua mente. Mi sentivo potente. Avrei potuto sbriciolarlo in pochi secondi, se avessi voluto. - Non azzardarti, Brian- disse tra i denti – Non azzardarti.- A quel punto avrei dovuto rivelare tutto, distruggerlo come lui aveva fatto con me. Invece mi limitai ad asciugarmi le lacrime che mi stavano bagnando il viso. Sorrise in risposta, rilassato. Sapevamo entrambi che avrei taciuto. - Vieni , l’acqua è bollente- Lucy mi accompagnò e si voltò gentilmente mentre mi spogliavo e mi immergevo nel vapore. Bagno schiuma al lampone. Il calore sciolse le articolazioni intirizzite e bloccate, ma la schiena mi faceva ancora male. - Va meglio, vero? Ti va’ un sigaro?- Presi il sigaro, gli stessi che tempo prima mi aveva offerto Vincent. - Ti ringrazio- dissi tirando una boccata e sputando fuori subito il fumo. - Se non sono indiscreta posso chiederti cosa ti ha ridotto in quello stato?- - Bhè…- iniziai giocando con una paperella nella vasca – Il mio ragazzo mi ha lasciato- Optai per una mezza verità. Ti spaventeresti se ti dicessi che sono un eroinomane? - Oh… - si portò una ciuffo dietro l’orecchio – Mi dispiace, devi amarlo molto…- - Ci puoi giurare- - Senti- quasi mi interruppe estraendo una macchina fotografica da un cassetto – Posso farti una foto? Te ne do una copia, se vuoi.- Tirò fuori un sorriso ammaliante e stupito, mi ritrovai con un cappello a falda larga e il sigaro in mano, accecato dal flash. Non ero in grado di odiare quella creatura d'oro. Andò via ancheggiando, dicendomi di fare come se fossi a casa mia, e in un certo senso lo ero. Quindi, quando udii il cigolio della porta mi aspettavo che si fosse dimenticata di raccomandarmi di usare l’asciugamano che preferivo. Non avrei mai immaginato di scorgere Vincent percorso da evidenti brividi, come se fossimo svariati gradi sotto zero. Inghiottì in una falcata la distanza che ci separava e si immerse schizzando dappertutto. Credetti che stesse per uccidermi, o qualcosa del genere. Guardai per un attimo nei suoi occhi insondabili prima che mi avvolgesse in una abbraccio letale, le vertebre della colonna scricchiolarono pericolosamente. L’angoscia di quel gesto entrò nell’anima e me la fece a pezzi. Succedeva tutto così in fretta che ebbi appena il tempo di aggrapparmi alla sua camicia e di accarezzargli il viso. Mi torturò le labbra con un ultimo bacio disperato. – Rinuncia a me, ti prego.- bisbigliò lasciandomi nuovamente, inequivocabilmente solo. **
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