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Piuma.

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apathetic_amber
view post Posted on 25/11/2010, 23:26     +1   -1




CINQUE:


Erano le otto di sera. Stefan, non si era visto. Dov'era?
Io ero così piccolo in quella casa enorme, che sapeva di lui. E lui non c'era. Ed io ero vuoto.
Poi, d'un tratto, sentii arrivare Kitty. una scossa fece rabbrividire la spina dorsale.

La immaginai al mio fianco, mezza nuda, con il corvino caschetto trasandato e il trucco sbaffato.

-Che succede, Kitty?-
-Strani presentimenti.-


Disse lei.

Non conoscevo manco il mio alter ego.

Ero messo proprio male.

-Su, vestiti e preparati. Usciamo. Stasera sarai una puttanella, proprio come me, eh?-



Annuii, senza troppe pretese.

Avevo nella valigia un vecchio vestito di mia madre, color acqua marina. Lo indossai, mi stava divinamente.

Sulle palpebre dell'ombretto nero.
E una spazzola, che lasciai scorrere nel caschetto.

Uscii di casa, lasciai un biglietto a Stefan nel caso tornasse.
Era la nostra notte brava, era appena iniziata.

L'avevo promesso all'unica donna che amavo ed odiavo. L'unica che aveva un'essenza fondamentale, la mia.

Mi fermai in uno di quei bar aperti di notte. Avevo gli occhi di tutti gli uomini addosso. Mi scappò una risatina, tutti credevano fossi una lady.
Entrai in un cesso. Mi tirai una sega, immaginando di scoparmela.
Era così vera. La immaginavo così sporca, così maledetta...
Io mi materializzavo in lei perchè era l'unico modo per averla.

Volevo Kitty o Stefan?
Volevo la realtà o l'immaginazione?

...

Quando finii, mi specchiai, misi apposto il rossetto.

Sentii una palpatina al sedere. Mi girai.
Un uomo, sulla trentina. Corti capelli color oro. Sorriso perfetto.
Vestito elegante, era così sexy...
Pensai subito che era perfetto per me e Kitty.

-Come ti chiami?-


Mi chiese, senza neppure scusarsi del gesto.

-Kitty. E tu?-

Dissi io, con atteggiamenti da ragazza facile...
-Adam. Sai, sembri simpatica... ti va di fare un giro?-

Accettai. L'eccitazione non mi abbandonò.
E la vocina di Kitty nella mente che mi contemplava. Che vittoria!

Andammo a casa sua, e lasciai che Adam scoprisse che Kitty in realtà era Brian, un ventenne depresso, senza casa, senza vita.

Quando mi tolse le mutande, andai in contro a qualcosa di più grande di me.
La prese malissimo.
Mi iniziò a picchiare fortissimo.
-PRENDI PER IL CULO? STRONZO. DIMMI CHI CAZZO SEI! BASTARDO!-


Gridava. Ero nudo, spaventato.
E i calci, i pugni, non mi davano nemmeno la forza di dare spirgazioni. Avevo promesso tutt'altro a Kitty.

Finalmente, Adam, si decise a sbaattermi fuori di casa.

Ero nudo, come un verme, sotto la pioggia, sotto gli occhi vispi del popolo notturno.

Tornai a casa, con le lacrime agli occhi...e sangue...sangue ovunque.
Mi fermai su un muretto, per cercare scuse a Kitty.

-Perdonami, mia Kitty.-
-Dovresti chiedere scusa a te stesso, non a me.-
-e perchè mai?-
-Perchè Adam stava scopandosi Brian, non me. Lo sai, no? Il punto, occhifatali, è che io e te facciamo parte dello stesso corpo, ma di due menti completamente diverse. Io sono quella forte. Tu quello debole. Io sono quella stronza. Tu il pezzo di pane. Io sono la troia. Tu quello che si masturba pensandomi...-
-Credo di amarti, Kitty.-
-NO! Tu non mi ami, perchè tu sei me.-
-Non capisci....-
-Non puoi amarmi. Non puoi amare il tuo corpo. Io sono parte di te. Ho il tuo aspetto, lo capisci... -
e poi..se ne andò via.
Rientrai a casa, puzzolente di sangue e infreddolito.
Stefan era rientrato. In cucina non c'era.
Così, passai in salotto. Il vuoto.
Pensai che era igà andato a letto, e decisi di bussare alla porta di camera sua.

'TOC TOC.'


Cattiva sorpresa.
Eric venne alla porta, mezzo nudo.
Stefan giaceva tranquillo tra le coperte in seta.
Sentii un pugno più pesante di quelli di Adam.

-ODDIO BRIAN! CHI TI HA RIDOTTO IN QUESTO MODO?-
-No...niente. Nessuno.-



Chiusi la porta, con le lacrime agli occhi. Mi stesi sul divano, abbandonandomi al sonno.
Dovevo lasciar fluttuare in aria ogni fottuto pensiero.
 
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kinai95
view post Posted on 26/11/2010, 18:53     +1   -1




Bello questo capitolo!! Ma... povero Brian!!!! DD:
Mi fa una rabbia ad una pena tremenda!!
Ma perchè cavolo devi usciree, scmeo!! se aspettavi altri icnque minuti arrivava stefan!! DD:

Comunque dai, che mi piace come scrivi lo sai già, ora aspetto solo un nuovo capitolo, nella speranza che le cose migliorino!! ;)
:kisses:
 
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loriada
view post Posted on 27/11/2010, 00:41     +1   -1




:accipicchia: povero Bri! :sighhhh:

Comunque mi ripeto mi intriga molto come scrivi :ghghgh:
 
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apathetic_amber
view post Posted on 3/1/2011, 17:11     +1   -1




Okkei, mi scuso se per il ritardo... ma questa fan fiction è veramente complessa, quindi mi prendo parecchio tempo per 'pensare agli avvenimenti.' Finalmente, ho scritto sti tre capitoli, personalmente non mi piaccion molto, ma mi piacerebbe conoscere il vostro parere.





SEI:

Tornai a casa mia. La permanenza da Stefan era un suicidio. Non mi parlava da ben tre giorni.
Infilai le chiavi nella serratura, con foga.
Trovai Leyla alla porta, la ragazza di mio fratello Barry. Mi squadrò da capo a piede. La odiavo. aveva sempre avuto un atteggiamento da prima donna. Ricca e avida.

-Ehi Brian, che fai qua?- Disse, in tono tendente alla presa per il culo, nascondendo un sorrisetto da stronza.
-Lasciami stare Ley, non è giornata...-


la scansai dirigendomi in camera mia, quando Barry mi bloccò.

-Che cazzo di fine hai fatto? è tre giorni che manchi in casa. Ho dovuto inventare un sacco di stronzate con mamma e papà. Er...-
-Barry...ti prego...lasciami passare...-
-Dico, una telefona ai tuoi genitori no, eh!-
-Potrebbero farsi sentire anche loro, ogni tanto.-
-Il tuo carattere sbarazzino non mi piace, SIGNORINA. Ora che papà non c'è, sono io l'uomo di casa.-
-Barry, vaffanculo.-


Mi chiusi in camera, mi stesi sul letto, perso nei pensieri. Ero stanchissimo, non avevo nemmeno le forze di farmi una sega.

Ero malato. Malato, una malattia incurabile. Un malesser col quale avevo imparato a vivere. Cosa c'era che non andava? Tutto.

Vivevo in una famiglia che non c'era. Avevo un' identità sessuale non ancora scoperta del tutto. Mi ero innamorato del mio migliore amico, e avevo rovinato tutto. E avevo la doppia personalità, che si prendeva gioco di me e che era frutto di ogni mia fantasia erotica.

Smisi di piangere, quando, qualcuno bussò alla porta della mia camera.

Pensai subito che fosse Barry.

-Barry, vai via, per favore. Lasciami in pace.-
-Non si tratta di Barry.-


Stefan. Alle quattro del mattino. per vedermi.
Non sapevo come reagire.

Aprì la porta, bagnato fradicio. Aveva tra le mani un vecchio libro, e sorrideva. Sembrava di sognare.


-Penso dovresti leggere questo.-


Mi porse quel libro, dalle pagine ingiallite e rovinate. Lessi il titolo ad alta voce.

-'NOTREDAME DE FLEURS.'-


Mi leccai le labbra.
Capii. Stefan sapeva, sapeva di me. Sapeva della notte brava dell'altra sera, sapeva della mia bisessualità.

Lo guardai, con gli occhi colmi di lacrime. Stavo per esplodere.

-Che vuol dire?-
-So tutto, Brì.-
-Tutto cosa?-
-Sei etero, Brian?-


Era una domanda del cazzo, una domanda a cui non sapevo rispondere. Nella vita le mezze stagioni non mi son mai piaciute. O una cosa, o l'altra. O etero, o gay.
No. Io ero a metà. Ero un lui e una lei.

Feci di no con la testa.
Allora Stefan, si avvicinò a me.

-Mi ricordi il protagonista del libro. Vorrei lo leggessi.-


Annuii. Non riuscivo a parlare.

Non riuscivo ad esprimere quel che sentivo. Mi accarezzò il volto. Sorrisi. Aveva capito tutto, senza che io gli accennassi nulla.

-Riu...riu...scirai...a...p...perd...ona..narmi?-
-L'ho già fatto.-


Si sedette al mio fianco, mi prese la mano... e ci fu un bacio. Una sensazione tutta nuova, che non avevo mai provato. Ero stato con altri ragazzi in passato, ma mai un brivido simile.

Inizialmente, fu una cosa dolce. Ma poi, il suo sapore, mi rese aggressivo, preso dall'eccitazione. Iniziai a poggiare con foga le mie labbra sulla sua pelle. mi poggiai sopra di lui. La mia lingua accarezzava il suo slanciato collo.
Stavo per sfilargli la maglietta, ma la sua mano mi tenne fermo.

-Non possiamo, non ancora. Non c'è nessuna fretta. Ora meglio che vada. Domani tocca lavorare.-
Annui, sorridendo.
Non riuscivo a crederci.
Un ultimo bacio, e se ne andò.


Aprii il libro, trovai una dedica:

'Ai tuoi occhi ipnotici. Stefan.'


SETTE:

Vedere Kitty per l'ultima volta, fu una bella sensazione, e allo stesso tempo, una pugnalata.
Mi svegliai, di colpo, dopo quella nottata così bella, che sembrava frutto della mia immaginazione.
Trovai Kitty che mi accarezzava il caschetto. Strofinai gli occhi stanchi.
Sapevo che quello era il momento per salutarla. Dirle addio, o forse, solo arrivederci.

-Come stai?-


mi chiese. Non risposi subito. Le lasciai intendere, però.
Ero felice, forse per la prima volta in tutta la mia vita. Felice, perchè finalmente, un qualcosa che desideravo si era rivolto dalla mia parte.

-Sto bene.-
-Brian, Brian, Brian. Mio piccolo, dolce principe. Se Stefan è quel che credi giusto, fai con comodo. è tua, la scelta. Io voglio lasciarti in pace. Me ne voglio andare dal tuo bellissimo corpo, voglio renderti libero.-


Pensai che quel piccolo diavolo doveva andarsene, sarebbe stata la cosa giusta. Per me. Per Stefan. Per il mio mondo, che era già caotico di suo.

-Si, Kitty. Penso che sia ora di andare. Devo maturare, devo capire qualcosa di Brian. Tu, però, mi offuschi la vista.
Tu sei un fiore maledetto, bellissimo, ma allo stesso tempo velenoso. Io ti amo. Ti amo, ho voglia di fare l'amore con te. E non posso. Perchè te sei me.-

-Tu non mi ami, Brian. Tu ami Stefan. Lo so bene.-
-Stefan è solo un'alternativa a te...-


Ed ecco il dolore, si fece risentire.
Lasciare Kitty sarebbe significato iniziare una nuova vita.


E la cosa, mi faceva paura. Perchè Brian, non lo conoscevo per niente.
Ricordavo con odio, quando lo psichiahtra mi diagnosticò la doppia personalità.

Avevo appena diciassette anni.

'Signor Molko, lei è affetto da un disturbo della personalità. Deve cercare di tirare fuori il suo alterego, conoscerlo, capirlo. Sennò, finirà per impazzire.'



Così, conobbi Kitty, piano piano. Fin quando non fu lei, a controllarmi. Non più il mio cervello.

Tutti i miei errori, li dovevo a lei.

Nel momento in cui, voleva andar via, però, la trattenni.

-Devo chiederti un favore, prima che mi lascerai.-
-Dimmi pure.-
-Aiutami a conoscermi.-
-D'accordo.-


La immaginavo, con lo sguardo malizioso, le gambe incrociate, seduta sul mio letto, mentre giocherellava con i miei capelli, e intrecciava le ciocche in quelle dita affusolate.


-Brian è l'unico uomo che sono riuscita a capire. Brian mi ha creata, è lui che mi ha voluta. Siamo come gemelli siamesi, io e lui.-


Disse.

-Continua.-



Dissi io, con una sorta di eccitazione.

-è solo confuso. è costantemente triste. Si odia, ma sbaglia a farlo. Mi odia, beh, intanto m'ha creata lui.
Poi dice che mi ama. Ma come si fa ad amare l'aria? Non puoi amarmi.

Ne odiarmi. Semplicemente, perchè io, non esisto.
Io sono solo un'allucinazione, causata da tutta quella merda di cui fai uso.
Nel tuo piccolo, sei egocentrico, ami la tua immagine. Infatti, mi vedi somigliante a te.
Sono aria, fumo...non respiro. Non sono fatta di carne...-



Scoppiai in lacrime.

-Non piangere adesso...-
-Perchè mi fai questo?-
-Riposati. Stanotte hai dormito poco.-


Mi stesi sul letto, in posizione fetale. Sentivo le lacrime calde scendere lungo il mio volto, lentamente, come un fiume che sfociava.

Le palpebre iniziarono a sbattere sempre più forte, fin quando non caddi in un sonno pesante.



OTTO:

-Partiamo.-



Le sue mani sul mio piccolo volto mi coprivano praticamente del tutto, non riuscivo a guardarlo negli occhi.

Sorrisi.
.Ogni tuo desidero è un ordine.-Dissi io,divertito. Con prepotenza, mi misi sopra di lui, mordendogli le labbra.
-Dove vuoi andare?-

-Lontano. Questo posto è troppo piccolo per noi. E poi, se vogliam metter su un gruppo, dobbiamo darci da fare. Ho un cugino in svezia. Ci ospiterà lui. E li, finalmente, potremo stare un po tranquilli, avremo tempo per noi.-

-Si...ma...-

-Rilassati, Brì. Staremo per un po li, poi ritorneremo qui a Londra. Sarà una pausa per scrivere e comporre.-


Erano passati ben due mesi, da quando io e Kitty c'eravamo separati.
Le cose, cambiarono radicalmente.
Io e Stefan, iniziammo a scrivere, a scrivere e a comporre.
Era una storia complicata e segreta, a me andava bene così.
Si stava insieme quando si poteva.

Ma allontanarmi da questo posto...non so, mi spaventava.

Stefan si alzò da quel letto disfatto. Infilò gli slip ed andò in cucina, a preparare il caffè macchiato, che amavo tanto. Era il nostro rito mattutino.

Io invece, rimasi tra le lenzuola sudate, a pensare.

In Svezia, non c'ero mai stato. Non amavo viaggiare, in verità.

Non mi accorsi che Stefan era alla porta, sorridente, con quel vassoio tra le mani.
Mi guardava sorridente.

-Mi ecciti quando ti mordi il ginocchio, sai?-


Sorrisi. Era un gesto che mi aiutava a riflettere.

-Ho ancora voglia di te.-


Mi sussurrò, mentre mi morse un orecchio.

Anche io ne avevo. Molta.

Prese la tazzina di caffè, mi guardò con uno sguardo pieno di desiderio e lo rovesciò sul mio petto. Era bollente, e aumentava la passione. Tirai indietro la testa, con una risata maliziosa.

-L'ultima follia che faremo in questa casa.-


Mi convinsi, allora, che con Stefan, tutto era possibile. La sua follia, la sua anima, mi aveva trasportato in un mondo completamente nuovo, bello, bellissimo.

-Partiamo.- Dissi io.

Dopo tale affermazione, mi trovai la sua lingua sul mio petto.


E mi accarezzava la pelle candida, con le mani, con le labbra, con la lingua. Silenzio, un silenzio pulito, che lasciava udire il nostro respiro ansimante.


Quando finimmo, entrambi sfiniti, ci appoggiammo sui cuscini. Lui si addormentò. Io rimasi li, ansimante, a pensare. Avevo ancora il suo sapore dolciastro in bocca.
Non l'avevamo mai fatto così tante volte, come quel giorno.
E ancora ne avevo voglia.


-Allora? Sei sicuro di partire?-


Disse Stefan, che mi raggiunse in bagno.

-Sicurissimo.-


Risposi, uscendo dalla doccia.

Stefan mi porse l'accappatoio.

-Ti amo, Brì.-


Un brivido freddo lungo la mia schiena. Era la prima volta che mi disse quella dolce frase.

Chiusi gli occhi, sorrisi. E sigillai il tutto con un bacio.

 
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apathetic_amber
view post Posted on 6/1/2011, 21:45     +1   -1




Eccomi, ho scritto il capitolo nove, ispirata dal primo gioiellino del gruppo. E soprattutto, dalla simpatica figura di Robert Schultzberg, che purtroppo, mi sono dovuta immaginare molto, sapendo poco e niente sulla sua persona.
Comunque, devo dire, questo capitolo mi è piaciuto molto, mi ha divertito molto scriverlo e creare i 'dialoghi'.
Dunque, spero vi piaccia. :)





NOVE:

Gli occhi si chiudevano sempre più lentamente.
Mi addormentai e, per mia fortuna, riuscii a dormire tutto il viaggio.
Mi svegliò Stefan, quando arrivammo all'aereoporto di Stoccolma. Un posto tutto nuovo, che volevo scoprire con molta lentezza.
Portai con me una vecchia reflex a rullino, di Barry.
La presi in mano, scattai la prima foto.

Desideravo quella reflex più della mia vita.

E mia madre, la regalò a mio fratello.
Tornai un attimo indietro del tempo, rimasi incantato, con lo sguardo perso davanti quell'obbiettivo lucido che rifletteva la mia immagine.


-Back*:

'Lussemburgo, maggio '85.

-Brian, Brian...sorridi.-

Disse Barry, con quel piccolo gioiellino tra le mani.
-E quella da dove sbuca?-

-Mel'ha regalata la mamma. Ha messo da parte i soldi, per comprarla. Non è bellissima?-'
-...Si.-

Fu uno dei momenti in cui pensai seriamente al suicidio.
Io per mamma non esistevo. C'era Barry, Barry e papà. Da quando rifiutai la proposta di fare il corista in quella stupida chiesa, mi hanno tagliato fuori da quel quadro di famiglia apparentemente perfetto.

Davanti ai nostri occhi e a quelli degli altri.
Dietro lo spioncino della loro camera era un inferno.
Papà usava la violenza su mamma. Ed io ero sempre stato zitto. Per Barry e per loro. E forse, anche per me. *


Una lacrima scese lungo la mia guancia.

-Brì? Che hai?-

-No, nulla Stef. L'emozione di scoprire un nuovo posto. Sorridi!-



Immortalai Stefan, poi, altri due o tre click.

-Oh, ecco Fredrik. Mio cugino.-



Mi voltai. Ci arrivarono incontro due ragazzi, uno, molto alto. L'altro, sulla norma, con una simpatica chioma riccia.


Concentrai l'attenzione sul tipo riccio. Un faccino furbetto che faceva quasi tenerezza.
Lo guardai, lui contraccambiò.

-Brì, ti presento Fredrik. Lui invece è...?-

-Robert, il mio coinquilino.- Rispose Fredrik. -Ciao Brian. è un piacere conoscerti. Ti chiedo scusa per l'inglese, ma l'ho imparato da poco.- Aggiunse poi.

Era carino Fredrik, ma la mia attenzione fu concentrata sempre sul il riccioletto.

Mi conoscevo. Ed ero sicuro che stava per accadere quello che è accaduto quando conobbi Stef.

Ci diriggemmo verso l'auto di Fred. Una vecchia volkswagen di suo padre. Stefan, si sedette nel sedile anteriore.
Io e Robert, invece, in quelli posteriori.

Parlava molto poco. Non so se per la timidezza o per la scarsa conoscenza dell'inglese.

Ma ispirava simpatia, per quell'espressione da ragazzino, per i movimenti, per le forme burrose e rotondette. Si provava protezione solo a respirare la sua aria.

Volevo parlargli, ma non avevo argomenti. Fu lui a parlarmi per primo.

-Così, venite da Londra eh? Dev'esser figo li! Soprattutto per chi come me vuole vivere di musica.-

-Ah, suoni?- Chiese Stefan, incuriosito ed interessato.
-Batteria.- replicò.

Perfetto. Era quello che cercavamo. Un batterista. Il trampolino di lancio per creare qualcosa di grande e profondo.

-Anche...anche noi suoniamo. Io canto e suono la chitarra. Stefan è un bassista. Siamo qui, proprio per ispirarci. Per scrivere. Abbiamo già iniziato qualcosa, ma abbiamo bisogno di altro.-


-Avete un gruppo?-


-In verità, ancora no. Ci sembra prematuro, e non abbiamo un batterista.- Disse Stefan.

Il sorriso di Robert era come una luce fortissima. Quel sorrisone aveva parlato da solo.

-Posso collaborare io... insomma, vi conosco da poco... ma avremmo tempo per conoscerci meglio... suono la batteria da diversi anni, non ve ne pentirete. E me la cavo anche per quanto riguarda i testi... -


Stefan ed io ci facemmo uno sguardo complice. Poi, leccandomi le labbra, quasi eccitato, puntai gli occhi su quel ragazzo.
La fortuna, ci aveva baciato.
 
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apathetic_amber
view post Posted on 16/2/2011, 20:41     +1   -1




NON POSSO AVERLO FATTO D:
Si okkei, l'ho fatto, per omaggiare i Verdena, che danno nome alla storia e per la profond stima che provo per ROBERTA SAMMARELLI :D.


DIECI:


-Cinque mesi dopo-

Il concerto era appena terminato.
Andò benissimo, il piccolo pubblico di quel pub ci aveva apprezzato. Facemmo scena.
Mi sentivo stanco, ma stavo bene. Finalmente, eravamo riusciti ad essere qualcosa. Precisamente, gli Ashtray heart.
E fu una bella sensazione, trovarsi davanti un bel pubblico di quindicenni scatenati che urlavano.
Non appena scendemmo dal palco, Stef e Rob si diressero verso il bancone, a prender da bere.
Io invece, uscii a prendere una boccata d'aria.
Mi sedetti su una panca, situata vicino quel pub, nella periferia fredda di Londra.
Non ero solo. Al mio fianco, c'erano due ragazze.
Entrambe vestite in nero. La prima, con un caschetto nero, molto più vistosa e formosa.
L'altra aveva l'aria triste. Abbracciava gelosamente la custodia di una chitarra. Avevaa un visino scarno, un taglio di capelli corto, stile mullet, con due enormi ciuffi che le coprivano gli occhi scuri, modellati da un tocco di matita nera.
Riuscii ad udire una voce smorta, dolce ma quasi ferita.
-Muoviti,cazzo, tra un po tocca a noi.-
-Si, cazzo, aspetta dai, l'ultimo tiro.-
Rispose l'amica.
Erano le 'Porno Nuns' gruppo italiano che s'esibiva dopo di noi.

Le guardavo, incuriosito. Il loro parlare era strano, ma se la cavavano.
Decisi di provare a fare conversazione. La tettona sembrava molto più socievole.

Così, mi avvicinai a loro:

-Scusami...hai l'accendino?-
-Ehi, ccciao bello! No, non cel'ho. Roby, te?-


La ragazza, guardò nella borsa leopardata e mi porse l'accendino verde smeraldo.

-Tieni.-


Ci fu uno sguardo intenso.

-Sei carino. Come ti chiami?- Disse la tettona.

-Brian. Brian Molko.-
-Ciao Brian Molko. Io sono Violetta. Lei invece è Roberta. Piacere di conoscerti.-

-Siete stati tosti.- Aggiunse Roberta,con un sorrisetto.


-Scusa bello, dobbiamo iniziare. A dopo!-

Le due ragazze entrarono, ed io le seguii.
Un gruppo tutt'al femminile stava iniiziando l'esibizione.
Gran belle ragazze.
E Violetta aveva un'ottima voce. Ma...la mia attenzione era ferma su Roberta, la piccola bassista che si muoveva, accennava un falso sorriso ogni tanto, sudava e lasciava traspirare dal suo fragile corpicino una strana sensazione di possederla.
Le persone, mi han sempre colpito a prima vista, e anche quella volta con lei, non mi sbagliai.

L'esibizione finì, la serata era ancora lunga. Vedevo Roberta sola, all'uscita. Stava fumando uno spinello. La osservavo, mentre parlavo con Rob.
-Cel'hai una cartina? Devo fumare. Sono sfiacchito..-
-Certo. Guarda, l'avevo già fatto.-
Mi disse, con la solita faccina da spiritoso.

Uscì fuori, quasi attratto dalla forza di quella persona. Avevo SETE DI CONOSCERLA.
-Accendino?-
-Si, grazie.-



Ci fu un breve silenzio, che si interruppe con un mio complimento:
-Ottima bassista.-
-Gr..grazie.-


-Di dove sei?-
-Bergamo, Italia. Te? Sei di qui?-
-Anglobelga. Ma si, abito qui.-

-Come ti dicevo prima, siete stati bravi. Tu hai una splendida voce, i testi fanno effetto. Posso considerarmi già vostra fan?-
-Ahah, certo che si! Mi fa piacere che lo pensi, anche voi siete state brave.-

Chiacchierammo tanto. ROberta mi somigliava in molti aspetti, in altri era completamente diversa da me.

-Senti, io ho sonno. Vado in albergo. Ci si vede in giro, eh?-
-C..ciao.-

La mano che mi poggiò sulla spalla mi paralizzò.
Non avevo manco la forza di chiederle se voleva che l'accompagnassi.
Così, me ne andai anch'io, tornai a casa, stanco, come un bambino alle prese con la prima cotta. La pensai...pensai ai suoi occhi tristi, al suo vestito aderente, che lasciava intravedere il suo fisico, il modo di parlare, il modo di suonare...

Mi feci una sega pensandola. Che stupido.
Coglione. Stavo sporcando di nero quella figura pura.



PER CHI NON LO SAPESSE:
Le porno nuts son oil primo gruppo di Roberta, insieme con la sickgirl miss Violetta Beauregarde.
 
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Josie;
view post Posted on 20/2/2011, 17:22     +1   -1




Ah, me l'aspettavo che prima o poi avresti scritto qualcosa su loro due, ma non pensavo che sarebbe successo su Piuma.
Comunque mi piace tantissimo questa ff, sei piena di fantasia! Ah, continua presto. brava! *_*
 
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21 replies since 13/10/2010, 19:17   472 views
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