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20 years, commenti please!

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bleedwell-lolly
view post Posted on 5/4/2010, 07:58     +1   -1




Grazie!
Le multinazionali di fazzoletti si stanno congratulando con me.
Si vede che ne hai lette poche di ff....suvvia grazie del complimento, ma ad essere sinceri ce ne sono di meglio.
 
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JosieMolko
view post Posted on 5/4/2010, 10:28     +1   -1




no le ho lette tutte
questa è quella che mi è piaciuta di più sul serio.
comunque si è vero le altre sono stupende (io amo drunk on immprality e quelle di hannah with the beatles) ma sul serio questa mi ha lasciato senza parolee

 
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bleedwell-lolly
view post Posted on 6/4/2010, 06:57     +1   -1




Perchè "i know", "puttanella francese" e "my sweet prince" no ?! Qui stiamo parlando di cult delle ff.
Anche se non lo condivido, il mettermi anche solo alla pari di quelle è per me un grandissimo complimento.
Però dovremmo fare sondaggio....

Edited by bleedwell-lolly - 6/4/2010, 09:01
 
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JosieMolko
view post Posted on 6/4/2010, 13:24     +1   -1




si anche quelle sono stupende, ma io ho elencato le mie preferite...
uffi vorrei metterne una anche io perchè amo scrivere, peccato che mi sembrano cose sceme quelle che scrivo.
comunque hai ragione dovremmo fare un sondaggio
 
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~Angie's Wrong Melody~
view post Posted on 6/4/2010, 20:49     +1   -1




Cioè... Tu...Tu... Tu sei....

Ommiodio D:
E' una cosa fantastica D:
La fine è così meravigliosamente tragica D:
E... E... Cody fa intendere tutto.
Ti rigrazio, per aver partorito questa creatura *-*
Adesso posso morire in pace D:





























*Muore felice*
 
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bleedwell-lolly
view post Posted on 7/4/2010, 15:55     +1   -1




Ti ringrazio per il complimento!
Per scrivere la fine ho impiegato un pò di tempo proprio perchè volevo che fosse tragica e rispiecchiasse il più possibile le sensazioni di una persona in un momento simile.
Tra qualche mese metterò tutta la storia vista da Aki-Cody; ci saranno delle belle sorprese!
 
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Sweet__Child
view post Posted on 8/4/2010, 18:02     +1   -1




OOOOh si che bello non vedo l'ora!! XD
 
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*Nancy*
view post Posted on 17/5/2010, 18:11     +1   -1




WOW! Brava! :*_*:
di ff non ne leggo molte a dire la verità, ma questa mi è piaciuta tantissimo!
*si asciuga la lacrimuccia*
 
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bleedwell-lolly
view post Posted on 17/5/2010, 18:57     +1   -1




Grazie!
Ti consiglio di leggere anche le altre, sono molto belle.
Vabbè che ormai ci manca poco che io le sponsorizzi, le ff (oltre ai fazzoletti, ovvio.) XD
 
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Kuso kurae
view post Posted on 30/5/2010, 21:16     +1   -1




E finalmente eccomi qui, a commentare la storia che hai scritto che da tanto tempo avrei dovuto leggere.
Mia cara Lilly, è F A V O L O S A.
Sei incredibile, scrivi in un modo così fluente e intenso... e la storia...
Sono davvero colpita.
Ancora una volta mi hai dimostrato di essere speciale e diversa dalla maggioranza delle ragazze della tua età :)
Sono fiera di te!
Ah, comunque ho riscontrato spesso dei riferimenti a "La ragazza delle arance", si vede che quel libro ti ha segnata!!!

Grazie per aver scritto questa storia e grazie di tutto :)
Continua a scrivere e non stancarti mai!!!
Ti voglio bene!
 
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bleedwell-lolly
view post Posted on 31/5/2010, 07:13     +1   -1




*Scendono gli angeli dal cielo, intonano l' alleluia e fanno scendere un fascio di luce con un' areola sul mio capo facendomi sembrare San Francesco*
Ce l' hai fatta!!! Sei arrivata fino in fondo! La maledizione è sciolta!
Ora anche tu riceverai in omaggio dalla ditta gli speciali fazzoletti 20 years che non durano vent' anni, ma almeno un raffreddore ce lo fai.
ok, scherzi a parte ti ringrazio veramente tanto per la pazienza con la quale hai sopportato le mie suppliche. :imbarasso:
Nel racconto non ho solo fatto riferimento a quel libro (che si, è vero che mi ha segnata e sai bene che faccio riferimento ad esso sempre!), ma anche a molti altri film e libri. chissà se qualcuno riuscirà un giorno a scovarli tutti....
SPOILER (click to view)
Sono fiera di te!
*faccetta di onnipotenza d' annunziana*
SPOILER (click to view)
non stancarti mai
troppo tardi T.T
Ti voglio bene marilou!
 
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Kuso kurae
view post Posted on 31/5/2010, 12:40     +1   -1




Tu devi continuare a scrivere all'infinito, punto e basta!!!!!
 
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bleedwell-lolly
view post Posted on 31/5/2010, 14:12     +1   -1




Ma certo che continuerò! Dicevo solo che con questi cavolo di esami non ho mai tempo e sono stanchissima.
Comunque

behind the sun: Last day
è già in cantiere!

Edited by bleedwell-lolly - 15/7/2010, 11:07
 
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bleedwell-lolly
view post Posted on 16/7/2010, 09:03     +1   -1




Capitolo extra:
Behind the sun.
Last day.



ATTENZIONE: Questo è un capitolo extra della ff 20 years che rivede l’ ultimo giorno di Aki dal suo punto di vista, quindi bisogna aver già letto l’ intera ff prima di continuare. Il capitolo segue le stesse modalità dell’ intero racconto.




Alla mia musa, senza la quale questa storia (e soprattutto questo capitolo) non sarebbe mai nata.




My Sweet Prince
https://placebo.forumfree.it/?t=10484991 www.youtube.com/watch?v=RNJSRBIm3NE&translated=1

Se potessi scegliere tra una vita felice ma breve, ed una lunga ma piena di sofferenze cosa sceglieresti?
Spesso non siamo noi a decidere, spesso si hanno vita brevi e dolorose, raramente lunghe e felici.
Sappi che se io avessi dovuto scegliere avrei ripetuto ogni istante, ogni cosa, fino all’ ultimo secondo, fino ad un’ inevitabile fine.
Avrei ceduto comunque alla più grande tentazione che la vita potesse pormi.
Inoltre si dice che una persona quando muore vede passarsi davanti tutti i momenti più importanti della propria vita.
Io quella notte rividi solo la giornata appena trascorsa come se non avessi vissuto altro se non il tempo passato con te, my sweet prince.


Lussemburgo 25\12\1986

Ore 05: 00
La luce del sole non illumina ancora i vetri di questo piccolo bagno che io già sto con la testa riversa nel lavandino intento a far uscire dal mio corpo tutto ciò che ho mangiato. Non sopporto lo stomaco, non mi sopporto.
Alzo la testa.
Ho gli occhi spenti incorniciati da delle occhiaie così nere e profonde che sembra che mi abbiano scavato il viso fino a rodermi le ossa.
I capelli sono spettinati, la pelle è un velo, il corpo ha visto giorni migliori.
Ho ancora la forza di muovere i muscoli fino a tendere un sorriso, falso, con le nere labbra, quando di notte, nel mio letto, piango fino a vomitare, impreco, prego un Dio nel quale non credo di non farmi svegliare il mattino seguente.
Un altro conato di vomito arriva, amaro, acido, mi corrode l’esofago, arriva all’epiglottide, è un fiume che mi libera facendomi illudere che solo il dolore dà pace.
Eppure ogni mattina mi sveglio consapevole del fatto che sono troppo codardo per tentare il suicidio; in fondo ci tengo alla mia pellaccia.
Respirerò benzina fino alla morte.

Ore 10: 30

Suona il campanello.
Vado ad aprire.
Sulla soglia compare Brian, un ragazzo di appena 14 anni che ho conosciuto 3 settimane fa.
Quella sera ero appena stato lasciato da Etsin, ero arrabbiato, giravo per le strade come un fantasma finché non mi sedetti di fronte ad un locale a lasciare che il freddo mi ricordasse che ero vivo.
Lo vidi mentre lo picchiavano e lo buttavano fuori dal locale. Sembrava una ragazza ed io n’ero convinto. Tagliai metà della mia coperta e glie la offrii senza sapere se avrebbe passato o no la notte per quanto era malridotto.
Malgrado il viso pieno di lividi mi ero incantato a guardarlo dormire. Un angelo tormentato dalla tentazione di sapere cosa si prova ad essere demoni.
Oggi se possibile è vestito in modo ancora più stravagante; deve aver fatto di nuovo razzia degli abiti della madre.
Ultimamente viene spesso a trovarmi; passiamo insieme quasi tutto il nostro tempo. È l’unica persona che mi tiene ancora attaccato alla realtà ed io per lui sono l’unica persona che può comprenderlo senza giudicarlo.
- Reginetta ben tornata! Devo dire che ti aspettavo da un po’-.
- Ciao! Come mai non suoni oggi?-
- E’ Natale e con questo freddo mi si congelerebbero le dita prima ancora di poter fare un accordo-.
Lo faccio accomodare ed inizio a preparare un tè.

- Comunque oggi devo andare a fare le prove a teatro per lo spettacolo di questa sera. Vuoi venire con me?-
- Certo, mi farebbe molto piacere dato che non ti ho mai sentito recitare-.
- Non sono un grande attore, credimi. Vuoi del tè?-
- No, grazie. Senti Aki…è un po’ di tempo che volevo chiedertelo…ma tu non hai una…fidanzata? Insomma vivi qui tutto solo…-
- Senti da che pulpito viene la predica! A proposito, come sta Carole?-
- Non lo so e non lo voglio sapere. Non cercare di cambiare discorso-.
- Come potrei averne una tra il lavoro e tu che stai qui dalla mattina alla sera? Non che mi dai fastidio, anzi mi fa piacere poter parlare con qualcuno…-.
- Quindi? Cosa vorresti dire?-
- Niente, niente. Ti stai esercitando con la fisarmonica e la chitarra?-.

Tempo fa per caso gli feci provare la mia chitarra. Non aveva mai suonato una nota, eppure sembrava già un professionista. Gli ho insegnato qualcosa, ma sono più che sicuro che tra poco mi supererà anche con la fisarmonica. Ha la musica nelle vene.


- Ho composto qualcosa, vuoi sentirla? È il mio regalo di Natale-.
- Certo! Vado a prendere la chitarra.-

- I know you love the song but not the singer… Lo so che ami la canzone ma non il cantante …
I know the past will catch you up as you run faster Lo so che il passato ti raggiungerà malgrado tu corra il più in fretta possibile
I know.. I know… Lo so.. lo so.. –

Le note risuonano ancora nell’aria; la sua voce allieta l’ anima. Ho le lacrime agli occhi per la contentezza. È il mio orgoglio. Eppure nel testo c’ è qualcosa che non quadra. Dove vuole andare a parare?

- è semplicemente fantastica. Ok, mi arrendo, risponderò alla tua domanda, però devi promettermi che non ti arrabbierai, non riderai e non farai scenate-.
- Promesso-.
- Fino a poco tempo fa avevo un ragazzo, quando noi due ci siamo conosciuti mi aveva appena scaricato-.
- Ah, perché non me lo avevi mai detto?-
- Perché odio parlarne e non sempre le parsone lo accettano-.
- Il fatto che sei gay?-
- Chi ha detto che sono gay?!? Sono bisessuale. Andiamo che si è fatto tardi-.

L’ aria di dicembre porta con sé la gioia delle famiglie in questo giorno di festa. Chiunque ride, festeggia, si scambia doni con parenti ed amici nell’ ipocrisia generale.
Solo noi camminiamo incuranti del freddo e della festa perché per noi è un giorno come un altro.
Non ci illudiamo, siamo solo felici perchè per un altro giorno viviamo.
Un gruppo di ragazzi si avvicina.
Brian visibilmente irritato ed impaurito cerca di nascondersi, ma è troppo tardi.
Uno di loro si volta verso di noi: Ha l’ aria da sbruffone arrogante, una di quelle persone abituate ad avere tutto senza il minimo sforzo. Quello affianco a lui è un ragazzo gigantesco, dall’ aria piuttosto stupida. Tutti gli altri hanno una faccia piuttosto anonima.
L’Arrogante si avvicina e inizia a parlare, seguito subito dagli altri:
- Ciao, checca!-
- Frocio, chi è il tuo nuovo compagno?-
- C’ era bisogno di Carole per capire che non sei altro che uno sporco gay? Che c’ è non ti è piaciuto quello che hai fatto con lei?-.
- Guardatela, si sta per mettere a piangere-.

I miei sospetti, purtroppo, erano fondati. Brian ora è troppo debole per difendersi contro un mondo che difficilmente lo accetterà per come è. So cosa vorrebbe dire, so cosa sta pensando, ma per
difendersi bisogna essere convinti di ciò che si fa. Un giorno sicuramente riuscirà a guardarli dall’ alto in basso come se fossero vermi,come loro stanno facendo con lui. Perché farlo, però? Perché tormentare una persona fino a questo punto?
Una lacrima, timida, sgorga e percorre il suo pallido viso, seguita da altre che giungendosi ad essa l’ aiutano ad andare più veloce fino ad arrivare alla bocca contratta dalla rabbia.
È bastata quella lacrima a scatenare in me qualcosa di sconosciuto, una forte voglia di difenderlo.
- Io dico che questo tizio è appena uscito da un…-
Il Gigante non ha fatto in tempo a terminare la frase che mi sono avvicinato a lui interrompendolo dicendo:
- Non ti azzardare a parlar male di persone che non conosci. Brian non vi ha fatto alcun male, è un vostro compagno, e almeno lui ha le idee chiare, mentre la metà di voi si sposerà ed avrà un amante uomo. E poi vi siete sentiti? Puzzate ancora di latte e vi permettete di dire queste cose? Andatevene a casa dalla mamma che è meglio-.
Ho alzato la voce di un’ ottava, ho l’ adrenalina che ancora mi scorreva nelle vene.
Penso che se avessero continuato saremo facilmente finiti alle mani, ma perché mi sono scaldato tanto? È vero che Brian è il mio migliore amico, ma nella mia reazione c’ è qualcosa di più.
Che strana sensazione.
I ragazzi, ammutoliti, se ne vanno.
Senza pensarci su trascino Brian sulla strada principale e continuiamo a camminare.
Mi guarda ancora sbigottito come se fossi un’ eroe.
Appena mi riprendo provo a chiedergli:

- Ora anche tu mi devi spiegare un po’ di cose. Ad esempio perché ti chiamavano così?-
- C’ è bisogno che io ti risponda? Basta che mi guardi per capire a cosa si riferivano-.
- Quindi tu…sei come me?-
- Con quanta certezza si può stabilire ciò alla mia età?-
- Poca-.
Lo sospettavo. Ne sono contento, troppo contento. Perché?

Ore 12: 00
In realtà questa sera non c’ è nessuno spettacolo.
Tutti quanti si sono ammalati; la mia era solo una scusa.
Arrivati al parcheggio Brian si accorge della totale assenza di macchine e mi chiede:
- Aki ma non avevi detto che dovevi fare le prove?-
- Infatti, ma non ho detto che ci sarebbero stati anche gli altri. Non sono bravo nella mimica, quindi ho bisogno di esercitarmi più degli altri. Poi tu mi avevi detto che ti piaceva la recitazione, così mi puoi aiutare-.
- Ok, che parte devo fare?-
Senza rispondergli mi dirigo verso la stanza dove teniamo i costumi di scena.
È piccola, ma custodisce centinaia di vestiti.
Mi è sempre piaciuto l’ odore di questo posto, la sua eterna penombra, i tanti sacchetti neri appesi ordinatamente alle stampelle. Sembra quasi che qui il tempo si sia fermato dopo aver raccolto le testimonianze di secoli.
Prendo il necessario ed esco, poi rispondo a Brian dicendo con ironia:
- Quella di Giulietta, ovviamente. Hai anche il trucco giusto-.

Ore 12:30
Malgrado non servisse Reginetta ha insistito affinché mi truccasse.
I camerini non sono molto grandi (come il teatro, del resto), ma ben arredati.
Ci sediamo su due enormi sedie girevoli di fronte ad uno specchio illuminato da tante lampadine poste lungo la sua cornice.
È divertente vedere Brian lottare contro la sedia troppo alta per lui e contemporaneamente cercare i trucchi più stravaganti. Se avessi saputo come mi avrebbe conciato non avrei accettato.
Una volta trovato quello che cercava si mise in ginocchio sulla sedia (che io dovetti reggere) riuscendo a sovrastarmi, per una volta.
Poggia una mano sulla mia spalla e inizia lentamente a passare la matita con gesti esperti e perfettamente calcolati. Per la concentrazione ogni tanto si morde il labbro; è piuttosto buffo.
Ci avviamo verso il palco ridendo.

Ore 13: 00
Provo sempre tristezza nel vedere questo posto per via di un fatto che è successo quasi 10 anni fa.
Allora avevo solo 8 anni e quella sera dovevo fare il mio primo saggio di danza, ma deve essere successo qualcosa che ho rimosso.
Brian si improvvisa ballerina sul palco facendo smorfie da prima donna, tirando lunghi sospiri e sbattendo le ciglia.
Questa grottesca immagine fa riaffiorare il ricordo gelosamente custodito per anni come uno schiaffo.

Rullo di tamburi, luci, suoni, voci, immagini confuse. Le tende sono rosso fuoco, e sono molto lunghe. Qui, dietro le quinte c’ è un viavai di persone, come in un alveare. Le ballerine creano tale un turbine di veli, profumi, trucchi che non si capisce nulla. Si sente un forte odore di legno, di resina, e non ci sono luci. Brancoliamo nel buio in attesa del palcoscenico.
- Cody sbrigati! Vieni a metterti il vestito, si va in scena-.
Io invece rimango aggrappato alla tenda, nel panico. Se non andassi bene? Se cadessi?
Una ragazza più grande di me sale sul palco. È castana, ha i capelli lunghi raccolti in due grandi trecce che le arrivano fino alla vita. Si muove leggera, come se volasse. Tende le gambe, e poi l’ intero corpo in uno sforzo immenso, ma con estrema eleganza. La vedo muoversi fluida, sicura di sé, sotto le note di una triste musica. Solo un gradino e una lieve luce la dividono dal pubblico che con il fiato sospeso l’ ammira. Sembra una dea dalla diafana pelle, dallo sguardo truce, che non perdona i comuni mortali. Poi la musica accelera, insieme ai suoi movimenti che si caricano di una forza nascosta, diventano rapidi come saette. Dalla mia postazione vedo che la ballerina suda ed è affannata. Si lascia cadere a terra alla fine della musica come un delicato fiore che stanco si riposa. Bel modo di morire tra gli applausi del pubblico.

Mi aggrappo a quelle stesse tende, nello stesso modo, in preda al panico. Come ho potuto lavorare qui senza ricordarlo? Come ho potuto portare Brian in questo posto maledetto?
La stessa persona che mi guarda con aria molto preoccupata nel posto dove la vita è appesa ad un filo di verità e menzogna intrecciate.
Nel suo sguardo carico di affetto c’ è qualcosa di così…dolce che mi tranquillizza.
Finché staremo insieme non ci sarà nulla da temere.

Ore 14: 00
In un attimo ci ritroviamo vicini, troppo vicini.
Siamo tesi pur avendo passato tutto questo tempo tranquillamente.
I suoi occhi, stranamente lucidi, sono spalancati; o meglio uno è spalancato, mentre l’ altro è aperto normalmente e ciò fa un’ effetto strano, come se avessi davanti due persone diverse.
Non l’ ho mai visto così…bello.
Non l’ ho ma desiderato tanto.
Cerco di scacciare quel pensiero dalla mente.
Non posso nemmeno sfiorando malgrado abbiamo solo quattro anni di differenza che, lealmente, sono un’abisso.
Mi viene da ripensare alla ballerina, così giovane da non aver vissuto nulla, morta nel suo momento più felice.
È meglio vivere felicemente rischiando o negarsi la felicità per sicurezza?
Alla luce di ciò non posso resistere alla tentazione di baciarlo.

Ore 16: 00
Mi sento in colpa per quello che ho fatto e suonare mi fa sentire meglio.
Camminiamo per strada suonando e tutti si girano verso di noi, incuriositi.
Alcuni ci tirano monetine, altri ci offrono lavori al circo, altri ci dipingono. In fondo siamo uno spettacolo ambulante.
Verso sera inizia a fare freddo, quindi ci rintaniamo in un bar per prendere una cioccolata calda anche e so che non mi farà bene.
Brian inizia a parlare:
- Saresti mai disposto a cambiare tutto della tua vita, radicalmente? Se ti svegliassi con la certezza che la tua vita non sta prendendo la direzione che volevi abbandoneresti tutto per ricominciare da capo?-
- Certo, anche se sarebbe difficile. Tu?-
- E me lo chiedi? Io me ne andrei anche subito-.
- È per quei ragazzi, vero?-
- Non è solo per loro. La mia famiglia e chiunque mi sta vicino tranne te mi disprezza-.
- Non dovresti prendertela così. Cosa ti spaventa? Che ti critichino? Che lo dicano a tutti?
Potrebbero anche gridarlo al cielo, ma non cambierebbe nulla-.
- Tu parli così perché non conosci i miei genitori-.
Inizia a nevicare.
Una formica sul tavolo tenta disperatamente di rimettersi sulle sue zampe. Per lei è una questione di vita o di morte.
Cerca appigli, ruota le antenne e le zampe, ma non ci riesce. Per pietà l’ aiuto con un piccolo soffio.
Comincia a camminare sul tavolo. Apre le ali e vola. Dopo qualche secondo la ritrovo annegata sul fondo della cioccolata calda. Che stupida formica…questo è quello che succede a volere troppo.
- Forse è il caso di tornare a casa-. Dico io.
- Si, inizia a fare veramente freddo-.

Ore 18:00
In casa fa comunque freddo, anche se non come fuori.
Ci sediamo sul divano coprendoci con una coperta.
Per distrarmi faccio discorsi assurdi del tipo:
- Una scimmietta va al supermercato…-
- Dopo aver passato tutta la giornata fra mille pericoli-.
- …ma non trova la banane-.
- Perché me le sono mangiate tutte io-.
- Quindi arriva una persona e gli dice: Hey, space monkey la vuoi una banana? E la scimmietta muore d’infarto-.
- Che cos’ è la space monkey?-
- Meglio che non lo sai-. Dice ridendo fra se.
Inizio a fare delle piccole treccine con i suoi capelli.
Poi ricomincio senza rendermi conto di quello che dico:
- Hai mai visto una fata?-
- No, perché tu ne hai mai vista una?-
- Si, io ho la fata più bella-.
- Ah si? E dove starebbe?-
- Ce l’ ho davanti-.
Un attimo ed il corpo prende il sopravvento sulla mente.
Mi metto a cavalcioni su di lui.
Trema leggermente diviso tra assecondarmi e spingermi via anche se so che non vorrebbe mai scansarmi.
Infatti si accosta al mio collo ed io ne approfitto per baciarlo.
Dopo pochi secondi mi rendo conto di quello che sto facendo e mi ritiro di scatto.
Come ho potuto? Sono così debole?
Sono così nervoso che inizio a camminare avanti e indietro per la stanza.
Brian, ancora rannicchiato sul divano, è deluso e sconcertato.
Inizio ad urlare in preda al panico e la rabbia:
- Sono un mostro!-
- No che non lo sei !-
- Si, sono un pedofilo-.
- Io so che non lo sei-.
- Ah, si? E perché? Tu non mi conosci! Cosa mi distingue da loro?-
- Una persona simile non sarebbe mai in grado di amare-.
- Beata ingenuità! Ti amo, è vero, ma questo non mi giustifica; non è così che dovrebbero andare le cose. Tu dovresti stare con quelli della tua età-.
- E se io non volessi stare con loro?-
- Ahhh, ma allora te li vai proprio a cercare i guai!-
Mi riavvicino, riprendendo una treccina.
- Aki, forse è il caso che io vada, sono le sette e mezza-.
- No, ti prego non farlo, non lasciarmi solo la notte di Natale. Ti riaccompagno io, più tardi, tanto tuo fratello non si accorgerà di nulla-.
- Mi dispiace, devo andare, devo fare gli auguri alla mia famiglia-.
- Perché ti preoccupi tanto per loro?-
- Chi lo farebbe, altrimenti?-
- Spero che tu stia scherzando. Devo, forse, ricordarti come ti ho trovato?-
- No, capisco quello che vuoi dire, ma la famiglia è pur sempre la famiglia. Puoi arrabbiarti, offenderti e sbattere le porte quanto ti pare, ma nulla potrà cambiare questo legame di sangue e d’affetto che ti può unire solo con poche persone al mondo; la famiglia è un pacco che non si può rispedire al mittente né cambiare. Io vado, ciao-.
- Fermati, ti prego. Non so che cosa significhi avere una famiglia, ma so che cosa significa essere soli e se l’unica persona che mi è vicina in questo momento varca la soglia di quella porta, io posso dire di esserlo a tutti gli effetti -.
- Ok, rimango-.
Non posso sopportare la sua distanza, non ora. Se non ci fosse non so cosa mi farei per i sensi di colpa. Se ho lui accanto è tutto più facile.
Tutto sommato voglio che sia felice e non posso negare la felicità ad entrambi. Non ha senso che io mi tormenti, la carne è debole. Anche se non potrò mai avvicinarmi troppo a lui, anche se dovrò stare attento farò in modo che sia felice. Il giorno in cui non mi vorrà più scomparirò dalla sua vita o gli rimarrò fedele come amico. Farò di tutto per vederlo sorridere anche se ad ogni suo sorriso corrisponderà una piccola rinuncia o una nuova fitta al cuore per me.
E riprendiamo da dove eravamo rimasti.

Ore 00: 15
- Credi che il cielo sia blu?-
- Non ne ho idea, perché?-
- Alcuni dicono che sia così-.
- Forse noi non lo abbiamo mai visto veramente-.
- Allora è il caso di rimediare! Dai, ti riaccompagno a casa-.
Nevica e fa molto freddo. Per riscaldarci corriamo, spensierati, facendo a gara a chi arriva prima.
I lampioni ci illuminano nella nostra folle corsa verso l’ infinito.
Tra i neri capelli di Brian sono ben visibili i fiocchi di neve, mentre sui miei si vedono appena.
Eppure dovrebbe essere il contrario.
Nel cielo coperto si vede appena una stella che con fatica brilla, brilla malgrado tutto.
La indico a Brian dicendo:
- Guarda: La vedi quella lassù?-
- Si, è una stella, l’unica dato che il cielo è nuvoloso-.
- Bene, quella stella siamo noi-.
- Spiegati meglio-.
- Siamo unici, disprezzati dagli altri, ma splendiamo più di tutti, affinché prima o poi qualcuno si accorga di noi, proprio come quella stella-.
- E se la luce si spegne?-
- Allora si muore; se solo una delle due luci si spegne, l’altra deve splendere per entrambe-.
Lo prende per i fianchi, gli faccio fare una piroetta scambiandoci di posto dicendo:
- Ti amo Brian, Reginetta mia-.
Non possiamo negare la nostra natura, non possiamo negarci la felicità perché la vita è un’ attimo che va vissuto pienamente. Ci potremo dire realizzati se moriamo nel nostro momento più felice, cioè quando cediamo ad una tentazione, quando ascoltiamo le sue dolci suppliche pur sapendo quanto sono pericolose.
Come la ballerina, come la formica.
I fari di un’auto c’illuminano….

Fine
 
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Kuso kurae
view post Posted on 16/7/2010, 11:45     +1   -1




Bellissimo...
E' così...tenero. Non so, non trovo le parole adatte :P
Comunque sei stata bravissima anche questa volta, ovviamente :)
Continua così...complimenti.
 
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37 replies since 28/3/2010, 10:43   897 views
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